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MONTELABBATE - Bocciato per tre volte all’esame di scuola guida, si era ripresentato con uno smartwatch, auricolari e l’attrezzatura da 007 per poter superare il test. Prova immacolata, ma gli agenti della Questura hanno incastrato lui e i due personaggi che erano fuori al bar pronti a suggerire le risposte. Ieri i due, un brindisino di 59 anni e un casertano di 54 anni hanno patteggiato la pena.
Il 34enne marocchino (già condannato) residente a Montelabbate si era presentato alla Motorizzazione Civile, munito di una sofisticata attrezzatura elettronica che gli consentiva di ricevere “da remoto” le risposte al quiz.
Brindisino di Tavullia
Il candidato aveva con sé uno smartwach con telecamera con cui inquadrare il monitor ove apparivano le domande a risposta multipla; uno smartphone per il collegamento alla rete internet con cui trasmettere le immagini; un secondo telefono cellulare su cui ricevere le risposte; un micro-auricolare, collegato tramite un trasmettitore al cellulare, con cui ascoltare le risposte giuste suggerite dall’esperto. Lo stratagemma gli ha permesso di consegnare un elaborato con punteggio netto. Ma i funzionari della motorizzazione avevano dei sospetti, perché il ragazzo non parla bene italiano e aveva una postura innaturale, così hanno pensato che sotto potesse esserci qualcosa. Gli agenti della Questura però lo hanno marcato stretto. E lo hanno beccato. Ma non è tutto, perché all’esterno della Motorizzazione Civile gli agenti hanno fermato al bar due soggetti, entrambi incensurati, che avevano fornito al candidato tutta l’attrezzatura. Si tratta di un brindisino residente a Tavullia di 56 anni, considerato il contatto locale con i candidati e di un casertano di 51 anni, risultato essere colui che ha fornito ed attivato l’attrezzatura elettronica. Quest’ultimo fratello di un titolare di scuola guida a Caserta, arrestato nel 2019 nell’ambito di una inchiesta campana sulle patenti false.
Aveva pagato 3.500 euro
Il prezzo pagato dal marocchino per questi servigi è stato di 3.500 euro, di cui 2.250 in contanti consegnati il giorno dell’esame nelle mani del brindisino, somma sequestrata. Anche il casertano è stato trovato in possesso di una mazzetta di banconote per una somma di 3.000 euro, anch’essa sequestrata, probabilmente provento di altra analoga operazione. I erano sono stati denunciati per falso, ma il capo di imputazione era stato riformulato in plagio. I due hanno patteggiato a 6 mesi ciascuno, pena sospesa.
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Corriere Adriatico