Patrimonio romano da digitalizzare, ambizioso progetto di Fano: infrastruttura informatica e realtà aumentata

Patrimonio romano da digitalizzare, ambizioso progetto di Fano: infrastruttura informatica e realtà aumentata. Nella foto la cavea del teatro romano
FANO - Tentativo ambizioso quello di convogliare in città i soldi necessari a finanziare un’operazione mirata a favorire la fruizione del patrimonio di matrice romana...

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FANO - Tentativo ambizioso quello di convogliare in città i soldi necessari a finanziare un’operazione mirata a favorire la fruizione del patrimonio di matrice romana utilizzando tecnologie informatiche innovative e ricerca applicata.

 

Costo stimato 1,8 milioni e complessivamente il Piano di coesione e sviluppo del Ministero delle imprese e del Made in Italy ne mette in palio 11 (quota massima del contributo per ciascun progetto 2 milioni e comunque non oltre l’80% della spesa) a sostegno di progetti sperimentali orientati allo sviluppo di prodotti, processi, servizi e modelli di business e organizzativi imperniati proprio sulle tecnologie emergenti, con particolare riferimento al 5G e alle reti mobili ultraveloci.

In campo anche le imprese

«Non ci illudiamo di portare a casa il risultato ma contiamo sulla bontà dell’idea» confida l’assessora alla Cultura Cora Fattori, che coalizzandosi con il collega al Turismo Lucarelli e interagendo con Paolo Clini dell’Università Politecnica delle Marche, che ha fornito l’assist, si è spesa per una iniziativa «che intende promuovere la digitalizzazione dell’accesso ai beni culturali e, nello specifico, a quello straordinario tesoro che è rappresentato dalla romanità, cavalcando l’eredità vitruviana».

Assecondando i requisiti imposti dal bando si è messo mano alla costituzione di un gruppo di lavoro in cui sono stati coniugati sforzi e competenze di pubblico e privato. Accanto al Comune e all’ateneo dorico, con il coinvolgimento anche di Paola Pierleoni, anche l’Università di Urbino con Oscar Mei e un pool di aziende e start up, guidate dalla fanese Techfem, che ha garantito l’impulso, per proseguire con le abruzzesi P&D Technology e Cloud 4 Job, la romana Valica e Tiscali. Non coinvolto in prima battuta semplicemente per questioni formali («il bando circoscrive la partecipazione ad enti pubblici, università e imprese»), ma coinvolto nell’operazione anche il Centro Studi Vitruviani. 

Due filoni

Nel provare a rendere digeribile al pubblico la missione perseguita dal progetto, l’assessora si concentra su due filoni: «Il primo consiste nel realizzare una piattaforma che renda utilizzabili da chiunque e ovunque, ma garantendone anche la tutela, tutti i contenuti in forma di dati e informazioni relativi al nostro patrimonio romano, il secondo è invece mirato a digitalizzare anche i nostri luoghi della cultura, favorendo la realizzazione di prototipi e ricostruzioni in 3D sulla traccia di quanto fatto con il Museo della via Flaminia».

Proprio su questo versante non è stata ancora formalizzata l’investitura di Ivan Antognozzi a direttore della Rete museale della via Flaminia.

Vincitore del bando, l’ex direttore di Fondazione Marche Cultura starebbe infatti valutando l’ipotesi di rinunciare, essendosi nel frattempo aggiudicato anche un concorso bandito da altro Comune.

Il teatro romano

Sviluppi anche in ordine al teatro romano che è stato individuato come elemento distintivo della partecipazione fanese a Pesaro Capitale della Cultura 2024. In quest’ottica è stato chiesto ed ottenuto di far slittare la settimana dedicata a Fano, originariamente collocata all’inizio, al mese di marzo per accentuarne la caratterizzazione e consentire di connotarla con l’apertura del sito alle visite.

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Corriere Adriatico