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FANO - Il Covid entra di nuovo in ospedale, ma questa volta il caso sarebbe isolato; un caso che purtroppo ha determinato una nuova tragedia, provocando per le complicanze la morte di Maurizio Armanni, noto artigiano fanese di 78 anni, di cui ieri si sono celebrate le esequie. Nonostante le precauzioni assunte al Santa Croce dopo i focolai di infezione registrati a novembre a cardiologia, medicina e gastroenterologia, il virus ha colpito all’interno di medicina d’urgenza.
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«Anche noi colti di sorpresa
«Quanto avvenuto ci ha colto di sorpresa – dichiara il dottor Giancarlo Titolo, responsabile del reparto – dato che avevamo assunto tutte le misure di sicurezza prescritte dai protocolli e rispettato con il massimo rigore tutte le procedure.
La vicinanza alla famiglia
Lo stesso dottor Titolo ha voluto esprimere la sua vicinanza alla famiglia per il grave lutto che l’ha colpita. Maurizio Armanni era stato ricoverato il 15 dicembre scorso al pronto soccorso per un’ischemia cerebrale, per poi essere spostato dopo tre giorni nel reparto di medicina d’urgenza, dove era stato più volte refertato con tampone negativo fino al 28 dicembre. Il 31 è stato dimesso e trasferito al Cante di Montevecchio dove avrebbe dovuto eseguire la riabilitazione, con un nuovo tampone in attesa di esito. Il paziente in quel momento era perfettamente lucido. Poco dopo essere arrivato al Cante, è giunto l’esito dell’ultimo tampone che era positivo. A quel punto, la guarigione che per il paziente sembrava a portata di mano si è allontanata, purtroppo per sempre.
Un calvario di 30 giorni
Per Maurizio Armanni, titolare di uno storico laboratorio di elettromeccanica in via Giordano Bruno, è stato necessario in tutta fretta un nuovo ricovero in ospedale, questa volta nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Muraglia di Pesaro. Quando, steso sulla barella, il 78enne è stato caricato nell’ambulanza, il figlio Andrea ha potuto vederlo e parlarci per l’ultima volta. Poche parole di affetto e di speranza. In quel momento nessuno pensava a un epilogo tragico della vicenda: Maurizio Armanni, invece, è deceduto dopo 14 giorni, debilitato dal coronavirus, da una setticemia - ovvero un’infezione batterica - subentrata nel frattempo e stroncato infine da un attacco cardiaco. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico