MONDOLFO - Oltre trenta le piante di canapa rinvenute dai carabinieri nel corso della perquisizione domiciliare che ha portato all’arresto di A.S., 27 anni originario della...
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La notizia dell’arresto del giovane – assistito dall’avvocato Stefano Mengucci del foro di Ancona – si è rapidamente diffusa nella cittadina cesanense e a Marotta, soprattutto negli ambienti dei bar e dei locali che il giovane era solito frequentare insieme ad altri coetanei. La perquisizione domiciliare, allargatasi anche all’abitazione di una congiunta del giovane, ha avuto come esito il rinvenimento da parte dei carabinieri di sostanze stupefacenti quali cocaina, hashish e 33 piantine di canapa ritenute dagli inquirenti presumibilmente legate all’attività di spaccio.
Indizi e prove che ora dovranno essere vagliate in sede di convalida dell’arresto da parte del giudice del tribunale di Pesaro che deciderà se confermare o meno la custodia cautelare in carcere. Il giovane è molto conosciuto a Mondolfo così come a Marotta. E la notizia dell’arresto si è rapidamente diffusa e non sono mancate le reazioni. Incredulità, sgomento, sorpresa tra i coetanei e gli amici più stretti del ragazzo. Il blitz è scattato l’altra notte nell’abitazione del giovane residente alla periferia di Mondolfo, nella frazione di Ponte Rio, a poca distanza dalla strada Pergolese. In sede di udienza si attendono dunque stamattina le risposte che il giovane dovrà dare per spiegare la provenienza e l’uso delle piante di canapa in suo possesso e a disposizione del suo “bazar” a domicilio. Sulla punibilità del possesso delle piantine di canapa si è aperto negli ultimi anni un dibattito a colpi di ricorsi fino in Cassazione al fine di verificare se in caso di coltivazione quali sono i quantitativi oltre i quali le piante possono essere in grado di produrre davvero un effetto stupefacente. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico