Scontro all'assemblea di Mms: Ricci vuole fermare la maxi discarica ma Hera va avanti. L'assessore Aguzzi: «L'impianto incompatibile»

Scontro all'assemblea di Mms: Ricci vuole fermare la maxi discarica ma Hera va avanti. L'assessore Aguzzi: «L'impianto incompatibile». Il sito di Riceci di Petriano e, nei riquadri da sinistra, Stefano Aguzzi, Mauro Tiviroli e Matteo Ricci
PESARO - Gli aumenti dei compensi del cda deliberati nella precedente riunione sono stati azzerati secondo la delibera di rinuncia dello stesso organo collegiale ma, come...

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PESARO - Gli aumenti dei compensi del cda deliberati nella precedente riunione sono stati azzerati secondo la delibera di rinuncia dello stesso organo collegiale ma, come anticipato ieri, l’argomento forte dell’assemblea dei soci di Marche Multiservizi è stato il maxi impianto di rifiuti a Riceci di Petriano.

 


Confermando le previsioni, il sindaco di Pesaro, intervenuto ieri nella sede di via Toscana, ha chiesto all’azienda di fermare il progetto che prevede di interrare nella valletta in vista di Urbino 5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, perché la discarica sta suscitando una forte opposizione popolare. 

«Tra un anno le elezioni»

In qualità di rappresentante del principale socio pubblico (25% di azioni), Matteo Ricci ha affermato che l’operazione non andrà avanti perché la politica, tutta la politica e tutti gli enti territoriali, dal Comune alla Regione, non la vuole. Bypassando le argomentazioni tecniche e ambientali, il sindaco si è concentrato sull’aspetto politico elettorale sottolineando come nessun politico appoggerà questo progetto a un anno dalle elezioni amministrative. «Perciò tra noi dobbiamo trovare un piano B», ha precisato.

Tiviroli non ci sta

Ma Ricci è stato contraddetto dall’amministratore delegato di Marche Multiservizi, Mauro Tiviroli, che basandosi sulla grande quantità dei rifiuti produttivi che viene portata fuori della provincia per il trattamento e lo smaltimento, ha dichiarato che il progetto andrà avanti, tanto che la prossima settimana è convocata la conferenza dei servizi della Provincia per l’autorizzazione.

Uno scollamento, quindi, tra la parte istituzionale e quella industriale e gestionale della società mista pubblico-privata. Rispondendo a un’interlocuzione, il sindaco di Pesaro poi ha ammesso di non avere ora un piano B, perciò è salita la tensione con la sindaca Francesca Paolucci di Tavullia che teme la mancata chiusura della discarica di Ca’ Asprete mentre il sindaco di Frontone ha citato la possibilità di un termovalorizzatore.

Protesta per l’inceneritore

A quel punto ha protestato l’assessore Ferraro di Montelabbate dicendo che in questo caso sarebbe guerra, mentre il vicesindaco di Cartoceto Mariotti ha chiesto a chi si riferisca il “noi” dell’alternativa da trovare posto che le decisioni vengono sempre prese a Pesaro tra piazza del Popolo e via Gramsci. Entrambi, insieme ad altri, hanno lamentato la mancanza di atti su cui decidere, come anche ieri per il taglio dei compensi.

Riguardo alla discarica, il presidente di Hera Cristian Fabbri si è detto disponibile a valutare un altro progetto, ma si andrà avanti su Riceci senza una precisa proposta. Perciò, il cda è stato delegato a trovarla.

La distanza irregolare

Del progetto per rifiuti speciali non pericolosi di Riceci di Petriano e del suo profilo di legittimità si è discusso a lungo ieri in consiglio regionale. In particolare, il maxi impianto di smaltimento risulta incompatibile con la normativa regionale in vigore che prevede per questa categoria di discariche una distanza minima dai centri abitati di 2.000 metri (il sito dista da Gallo meno di un chilometro), anche se per l’autorizzazione è competente la Provincia. 

Lo ha dichiarato l’assessore regionale all’ambiente Stefano Aguzzi, che rispondendo a due interrogazioni di Marta Ruggeri (M5S) e Giorgio Cancellieri (Lega) ha ribadito nella sede istituzionale del consiglio la tesi già espressa in un incontro pubblico e in un altro politico.

L'interpretazione autentica

L'assessore, inoltre, si è detto disponibile, secondo la richiesta di una specifica mozione della capogruppo del M5S, a formulare con gli uffici un’interpretazione autentica del piano regionale dei rifiuti che chiarisca come non si possa richiamare per Riceci la norma che riduce la distanza a 500 metri perché essa si riferisce agli impianti che trattano per la maggior parte rifiuti urbani di origine domestica e non rifiuti urbani di provenienza produttiva, secondo la riclassificazione di una legge in vigore dal 2021.

Questi sono i riferimenti normativi del progetto della società Aurora di Rimini, partecipato da Marche Multiservizi, azienda pesarese dei servizi pubblici locali che nella fase operativa acquisirebbe la maggioranza del capitale.

Unanimità in Regione

Nell’occasione in consiglio regionale è prevalso l’approccio collaborativo per cui è stata approvata all’unanimità, con la mozione di Ruggeri e quella della Lega, firmata da Serfilippi e Cancellieri, anche l’analogo atto del Pd nonostante avesse un taglio critico verso l’assessore.

In particolare, la capogruppo del M5S e Cancellieri hanno sottolineato la necessità di superare gli indirizzi meramente politici per predisporre atti amministrativi e modifiche di regolamenti che possano incidere sulle istruttorie tecniche dando seguito concreto agli orientamenti dell’aula.

Il precedente dei biodigestori

Marta Ruggeri ha citato il precedente dei biodigestori del Pesarese che hanno visto la contrarietà unanime del consiglio mentre i tecnici della Regione nei loro atti hanno definito l’impianto di Talacchio urgente e di pubblica utilità.

Giorgio Cancellieri ha sottolineato che bisogna cambiare la politica dei rifiuti per impedire che un’impresa privata possa insediare una discarica senza che il Comune riesca a evitarlo.

«Il gioco furbesco»

«Le discariche di rifiuti urbani - ha precisato Aguzzi -, riguardo al gioco un po’ furbesco dell’azienda promotrice, devono essere previste nel piano d’ambito dei rifiuti e i rifiuti da fuori provincia o regione devono essere autorizzati da accordi specifici».

Polemica la consigliera Vitri (Pd), che prendendo le mosse da Urbino ha messo sott’accusa per il progetto il centrodestra, suscitando come reazione un’invettiva di Aguzzi che ha elencato i membri del cda di Mms per la parte pubblica promotori dell’iniziativa targati Pd: 4 su 5.

 

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Corriere Adriatico