SAN GIOVANNI IN MARIGNANO - «Mancano pochi giorni e poi...». E poi il segno, con la mano al collo, di chi vuole sgozzare qualcuno. Frase e gesto - una minaccia...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Pesaro, in 20 minuti 30 telefonate, il giudice è inflessibile: «È stalking»
«Non eravamo neppure amici». Tutto era iniziato nel 2015 con avance trasformate in persecuzione e poi stalking feroce culminato in violenza e minaccia di morte. Tra lei e il suo stalker, di 10 anni più vecchio, non c’era mai stato nulla. Solo una frequentazione di lavoro nella biblioteca comunale di San Giovanni. Quando lui ha appreso che lei aveva una relazione con un ragazzo del posto, le condotte persecutorie si sono fatte pressanti tanto da costringerla a cambiare radicalmente abitudini per evitarlo. Nel 2016, dopo una prima misura cautelare di divieto di avvicinamento, confermata dal gip Cantarini, l’escalation fino all’aggressione del suo compagno, spezzandogli una mazza da baseball in testa con una promessa: «La prossima vittima sarà per lei, a colpi di pistola».
Dal divieto di avvicinamento si è passati così alla custodia cautelare in carcere. Nell’udienza del 13 ottobre 2017, l’uomo ha ammesso tutti gli addebiti ma, con fredda lucidità, ha portato avanti la convinzione di non dover chiedere perdono alla ragazza, colpevole - a suo dire - di avergli ripetutamente mentito. Il successivo 30 ottobre del 2017 il giudice del Tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli, lo ha ritenuto socialmente pericoloso condannandolo in appello a tre anni di reclusione con, in aggiunta, libertà vigilata e percorso psicologico per due anni a decorrere dalla scarcerazione. A titolo di risarcimento è stato poi condannato a pagare 30.000 mila euro alla ragazza, difesa all’epoca dall’avvocato Elisa Palmetti, più altri 7.000 mila al Comune di San Giovanni in Marignano assistito dall’avvocato Giorgia Fabbri. Entrambe le parti si erano costituite parte civile. Dopo un anno di carcere, però, è stata accolta la richiesta degli arresti domiciliari rimasti tali, dopo un periodo trascorso in una abitazione in Carpegna, quando pochi giorni fa, la Cassazione ha confermato la detenzione ritornata, nel frattempo, nel domicilio di San Giovanni. L’uomo, da quanto appreso, poteva godere di due ore al giorno di libertà per buona condotta. La ragazza ha spiegato: «Ho visto subito l’odio nel suo sguardo come se la vita gliela avessi rovinata io. Non ha mai compreso cosa ha fatto, il carcere in questo senso non è servito». Servizio completo sul Corriere Adriatico in edicola Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico