Omicidio Panzieri, oggi l'autopsia chiarirà i perché di una furia omicida

Omicidio Panzieri, oggi l'autopsia chiarirà i perché di una furia omicida
PESARO A due settimane dalla scoperta del delitto di via Gavelli oggi, dopo il conferimento dell’incarico, sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Pierpaolo...

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PESARO A due settimane dalla scoperta del delitto di via Gavelli oggi, dopo il conferimento dell’incarico, sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Pierpaolo Panzieri il 27enne ucciso a coltellate e della cui morte è reo confesso l’amico Michael Alessandrini al momento in carcere a Timisoara in attesa di essere ricondotto in Italia. L’autopsia servirà a ottenere maggiori informazioni e riscontri su quanto è successo la sera di lunedì 20 febbraio nel bilocale del centro storico dove Pierpaolo aveva invitato a cena Michael.  


Che cosa si sa


Si sa che il 27enne è stato aggredito brutalmente dall’amico a cui ha inflitto almeno 13 coltellate ma si cercherà di stabilire quale sia stato il colpo mortale (al momento si suppone il taglio alla gola) e capire la successione dei fendenti per ricostruire la dinamica degli eventi. Dalle lesioni che sono state riscontrate sulle mani di Pierpaolo Panzieri il giovane ha tentato disperatamente e fino all’ultimo di difendersi dall’assalto violento dell’amico, anche lo stesso Alessandrini, quando è stato fermato in Romania a 36 ore di distanza dal delitto, presentava delle escoriazioni. La polizia scientifica da subito ha parlato di una scena del crimine «complessa». L’omicidio sarebbe avvenuto all’incirca in un lasso di tempo tra le 21 e le 23, ma nessuno dei vicini ascoltati dagli inquirenti ha detto di aver udito delle grida o delle richieste d’aiuto. Il corpo di Panzieri è stato ritrovato nel bagno, contiguo alla cucina dove i due avevano cenato e chiacchierato. Forse Panzieri è stato sorpreso alle spalle e ha poi cercato di proteggersi e di cercare una via di fuga non riuscendo a raggiungere l’ingresso. Si è divincolato e ha lottato con tutte le sue forze con l’amico prima di soccombere.

Quanto al perché della furia scatenante per ora Alessandrini interrogato dal magistrato romeno ha parlato di gelosia. Lo avrebbe poi ribadito alla receptionista dell’albergo di famiglia chiamata per una lista di “desiderata” (dalla Bibbia alle foto dei cani) da farsi inviare in carcere. La motivazione della rabbia omicida indicata da Alessandrini sarebbe una donna, Julia, che frequentava. La stessa, sentita dagli inquirenti, ha detto di conoscerlo (andava anche spesso a trovarlo in albergo) ma di non avere una relazione con lui. Poco prima del delitto lei gli aveva detto di avere una malattia seria e la notizia lo aveva sconvolto. 


Il movente


Per quel che riguarda Pierpaolo Panzieri (il cui cellulare è stato sequestrato ad Alessandrini) probabilmente invece la conoscenza con Julia era del tutto superficiale. Un movente che rischia di essere tale solo nella testa dell’arrestato. «Il movente - ha detto ieri il dirigente della quadra mobile Paolo Badioli intervistato per la trasmissione di Rai2 “Ore 14” - è un aspetto secondario rispetto alla cristallizzazione delle fonti di prova. Sarà l’oggetto di studio dei periti che dovranno valutare la psiche dell’autore del delitto».
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Corriere Adriatico