Pesaro, i lavori al San Domenico sfrattano gli ambulanti del mercato delle erbe

Pesaro, i lavori al San Domenico sfrattano gli ambulanti del mercato delle erbe
PESARO Smobilitazione in vista al mercato delle erbe tra malumori e proteste. I banchi devono sloggiare, perché il tante volte annunciato recupero del San Domenico è...

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PESARO Smobilitazione in vista al mercato delle erbe tra malumori e proteste. I banchi devono sloggiare, perché il tante volte annunciato recupero del San Domenico è arrivato al dunque. I progetti definitivi sono a buon punto e quest’estate, secondo la tassativa marcia dettata dal Pnrr, si apre il cantiere dei lavori di restauro dello storico complesso a due passi da piazza del Popolo, tra via Branca e via Giordano Bruno. Zona bollente per le opere pubbliche in corso, dalla ristrutturazione dell’ex Intendenza di finanza alla Ragnatela ancora da completare.

 


L’iter dei lavori

Un restyling travagliato, quello del San Domenico, reso possibile dai 7 milioni e 600.000 euro di fondi europei di cui nelle casse del Comune è arrivato il 10% del finanziamento. Il trasloco di ortaggi, frutta e alimentari è previsto entro fine giugno, ma resta ancora un rebus dove saranno sistemate le bancarelle più la panetteria che ora occupano il chiostro dell’antico convento (risale al 1200 mentre il mercato è documentato dal 1861), cuore dell’edificio monumentale fatiscente e ormai inadeguato dal punto di vista strutturale. Nel limbo una decina di attività tra commercianti e aziende agricole al quale il Comune ha dato lo ”sfratto”, annunciato di persona dall’assessore alle Attività economiche Francesca Frenquellucci, e confermato nella lettera di convocazione per un incontro in programma giovedì 9 marzo durante il quale definire una ”soluzione condivisa” per la nuova sede del mercato. Sembrerebbe all’apparenza tutto sotto controllo. Ma non è così. Perché i cosiddetti ambulanti delle erbe che, essendo aperti tutte le mattine dalle 7,30 alle 13 nella sede fissa di circa 1300 metri quadrati, tanto itineranti non sono, si sarebbero rivolti preoccupati alle associazioni di categoria, finora ignare della imminente partenza dell’operazione. In particolare Davide Ippaso, responsabile sindacale di Confesercenti Pesaro Urbino ed ex dirigente della Confcommercio locale, ieri mattina era su tutte le furie, dopo le traversie per i lavori imminenti al vicino palazzo dell’ex Intendenza. «Niente di niente - è partito all’attacco Ippaso -, il Comune non ci ha minimamente informato che a fine luglio vengono appaltati i lavori e al San Domenico si apre il cantiere. Quel drappello di attività che ancora resiste al mercatino delle erbe dove andrà a finire? Gli amministratori devono trovare una nuova sede altrettanto riconoscibile».

Punto di riferimento

Le bancarelle rappresentano infatti un punto di riferimento di antica data per gli acquisti di prodotti alimentari di qualità, ma il San Domenico è anche luogo di incontro cittadino. Tempo fa abbiamo proposto la piazzetta di via Giordano Bruno. Il complesso è degradato e fatiscente, tanti commercianti se ne sono andati perché i locali non sono più a norma, ma ai dieci rimasti deve essere data la possibilità di lavorare. Al momento gli operatori non sanno di che morte devono morire». Ci sarebbero problemi di comunicazione. «Purtroppo veniamo a sapere dei lavori sempre per caso, quando è ormai tutto deciso - ha fatto notare Ippaso -. Delle delibere comunali su questioni che vanno a influire sull’attività dei nostri associati dobbiamo essere informati per tempo. Vorremmo avere un confronto per trovare insieme la soluzione migliore. Non può decidere il Comune da solo, aspettando la fine delle concessioni in scadenza a giugno».

La tempistica

Una tempistica per il trasloco che deve coincidere con quella della ristrutturazione. La scaletta del San Domenico dettata dal Pnrr prevede che entro il 30 luglio il Comune affidi i lavori e apra il cantiere, poi il 30 settembre 2024 è il termine della realizzazione di almeno il 30% del recupero e per il 31 marzo 2026 va presentato il certificato di collaudo che attesta il completamento delle opere.
 

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Corriere Adriatico