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Sottoposto a protezione
Questa forma di aggressione subdola è però proseguita nel tempo, infruttuose finora le denunce sporte per arrivare ai responsabili, e così il dirigente scolastico ha deciso di rendere pubblica una situazione che, scrive, «reca sofferenza a me e alla mia famiglia». Giombi ha pubblicato un post sul profilo Facebook personale, un messaggio da cui traspare l’indignazione di un cittadino messo «di fronte a simile impotenza della legge o assenza della legge.
Nel mirino da alcuni mesi
«Mesi fa - scrive il dirigente scolastico - ho iniziato a ricevere minacce (dagli accenti molto forti) attraverso il canale Telegram nei confronti miei e dei miei familiari. Ho dovuto chiudere il mio account Telegram e ho sporto due denunce; la mia persona e la mia famiglia per qualche tempo sono state oggetto di pur discreta protezione. Tuttavia, le autorità competenti non hanno ancora ottenuto da Telegram l’accesso ai dati del mittente, per la sua identificazione, e la Procura mi ha quindi informato della temporanea archiviazione». Nel frattempo, però, lo stalkeraggio è andato avanti attraverso altri canali: «Due giorni fa (per chi legge: mercoledì scorso) le minacce si sono trasformate in calunnie. Infatti ho ricevuto, questa volta via mail all’indirizzo del mio ufficio e mio personale, una serie di diffamanti calunnie da un mittente criptato riconducibile al medesimo autore delle precedenti minacce. Ho sporto ancora denuncia, spero con un esito diverso dal passato. Apprendo che oggi (per chi legge: venerdì scorso) la medesima mail calunniosa nei miei confronti è stata inviata ad altri destinatari, dunque con ulteriore aggravio ai miei danni».
L’impotenza della legge
La conclusione è una domanda che esige risposte nette: «Ma è accettabile che si debbano ricevere minacce o diffamazioni calunniose dietro lo scudo di mittenti impenetrabili, senza che secondo legge sia possibile impedirlo e individuare gli autori?».
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Corriere Adriatico