Fano, l’ex peschereccio Nettuno imbarca acqua e affonda. Doveva trasferirsi in un altro scalo

Fano, l’ex peschereccio Nettuno imbarca acqua e affonda. Doveva trasferirsi in un altro scalo
FANO - L’acqua di mare ha cominciato a entrare nello scafo ieri mattina, la gente del porto afferma che il problema sia iniziato intorno alle 6.30, e nel giro di breve tempo...

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FANO - L’acqua di mare ha cominciato a entrare nello scafo ieri mattina, la gente del porto afferma che il problema sia iniziato intorno alle 6.30, e nel giro di breve tempo gran parte della barca è affondata. È successo così, all’improvviso, e per capire la causa dell’episodio sarà necessario attendere che l’ex peschereccio Nettuno sia recuperato e tolto dall’acqua della darsena Giurgin, un’area del porto vecchio lungo viale Adriatico a Fano.

  
Il natante era inattivo da qualche tempo e doveva essere trasferito in un altro porto per attività non inerenti la pesca. ma ieri si è inabissato. Nel frattempo la guardia costiera ha provveduto ad attuare le misure adeguate a evitare la dispersione di carburante. Semi-affondata una barca per la pesca con il palamito. È un attrezzo per l’attività professionale, costituito da una lunghissima lenza madre da cui pendono, a intervalli regolari, braccioli con i relativi ami e le relative esche. Calato al largo della costa, il palamito permette la cattura di specie pregiate come il tonno oppure il pescespada. Risulta che l’ex peschereccio provenga dalla Calabria e che sia inattivo ormai da qualche mese.

Dello scafo, lungo una ventina di metri, adesso emerge dall’acqua del porto soltanto la cabina. Tutto intorno al peschereccio sono state sistemate le panne anti-inquinamento, per evitare che si disperda l’eventuale carburante ancora a bordo. Dove si vede una macchia più scura, sono stati lanciati grossi fogli assorbenti capaci di incorporare ogni sostanza oleosa che risalga a galla. Mentre la Guardia costiera ha attivato le sue verifiche, le spese per le operazioni di bonifica e protezione ambientale esattamente come i costi per salpare l’imbarcazione saranno a carico dell’armatore. 

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Corriere Adriatico