Pronto soccorso, il personale chiede altre assunzioni e una guardia armata fissa

Il pronto soccorso del San Salvatore di Pesaro
PESARO - Un sistema di sorveglianza H24 interno ai punti di emergenza-urgenza dell’azienda ospedaliera Marche Nord, a Pesaro e a Fano, oltre alla garanzia di nuove...

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PESARO - Un sistema di sorveglianza H24 interno ai punti di emergenza-urgenza dell’azienda ospedaliera Marche Nord, a Pesaro e a Fano, oltre alla garanzia di nuove assunzioni di personale sanitario e sociosanitario carente. Sono questi i punti salienti contenuti nella comunicazione inoltrata ieri alla direzione ospedaliera, dai sindacati del comparto sanità e referenti della rappresentanza sindacale unitaria di Cgil, Cisl e Uil.


 

 

Lungo elenco di criticità
Il confronto delle parti sociali si è concluso con un lungo elenco di criticità. A tenere banco è stato il nodo sicurezza al Pronto soccorso, dopo l’episodio di aggressione di mercoledì sera e il flash mob di solidarietà di venerdì. Sanitari, tutti concordi a pretendere dalla direzione un potenziamento dell’attuale sistema di sicurezza esterna ed interna perché così com’è ora presenta dei punti deboli. «L’azienda ospedaliera – scrivono i referenti sindacali nella lettera aperta – dovrà impegnarsi ad attivare un presidio direttamente all’interno delle aree di triage, attesa e dipartimento Dea dei Pronto soccorso di Pesaro e Fano». Una modalità di controllo degli accessi per prevenire nuovi episodi di aggressione, che supera il sistema tuttora in vigore organizzato H12 e con un vigilante privato non armato, ma che da solo deve provvedere a sorvegliare l’accesso esterno al Pronto soccorso. Non è più sufficiente poi, che al verificarsi di situazioni di rischio, la chiamata di allerta alle forze dell’ordine venga attivata, solo nel momento in cui l’operatore del triage preme il pulsante rosso sotto la postazione di accettazione.

Si rischia l’incolumità
«L’auspicio sarebbe quello di una guardia armata preposta a intervenire nel caso di un’aggressione ai sanitari, senza che questi debbano rischiare la propria incolumità per fermare questi episodi» osserva Angelo Aucello, responsabile Uil Fpl. Per Vania Sciumbata e Carlo Ugolini referenti della Fp Cgil resta fondamentale che il presidio di sicurezza sia fisso. «L’azienda ospedaliera – rimarca Sciumbata – dovrà verificare se sulla base delle proprie risorse a budget, destinate già ai sistemi di videosorveglianza, sarà possibile aumentare il numero di vigilanti attualmente presenti nei due Pronto soccorso. L’importante è che l’addetto alla sicurezza in funzione di pronto intervento venga garantito su più turni».

Sindacati e operatori chiedono di intervenire sulla dotazione attuale di personale sanitario in forza al Pronto soccorso e negli altri reparti, soprattutto in un momento in cui si va verso la quarta ondata della pandemia. Oltre alla conclamata e gravissima mancanza di medici c’è anche una carenza di operatori sociosanitari al Pronto soccorso. Entro il 15 novembre cinque contratti in scadenza per operatori socio sanitari non verranno prorogati dall’azienda ospedaliera e a questo si sommano altri operatori persi nel mese scorso e non più sostituiti. «Non si comprende – prosegue Sciumbata – come mai la direzione ospedaliera non attinga nuovo personale dalla graduatoria tuttora in vigore del maxi concorso. Il problema stringente infatti è capire come dovranno essere rimpiazzati gli operatori socio sanitari non solo con contratto in scadenza, ma anche per quanti sono sospesi perché non vaccinati e finora non sostituiti, aggravando le carenze».

Sottodotazione del 37%
Ma la vera emergenza è quella dei medici. Ai Pronto soccorso di Pesaro e Fanoi mancano ad oggi complessivamente almeno 15 medici. L’organico ne prevede 40 ma in servizio non ce ne sono più di 25. Il 18 novembre scade il termine per le domande del concorso pubblico regionale che prevede l’assunzione di 18 medici dell’emergenza urgenza per tutti gli enti del servizio sanitario regionale: a Marche Nord ne sono destinati 8. Sarebbe una boccata d’ossigeno vitale, seppure con un’integrazione sempre inferiore alla pianta organica, ma, a parte i tempi lunghi della procedura concorsuale, l’esito del precedenti concorsi non depone a favore della certezza di queste assunzioni perché la disponibilità di medici, particolarmente di questa specialità, non c’è.

Stazionamento di 40 ore


«Il problema – osserva Stefano Ridolfi, coordinatore infermieristico dell’emergenza urgenza del San Salvatore - sta anche nell’ulteriore deficit di posti letto a Marche Nord, che in partenza sono sottostimati nel territorio per numero di abitanti, in una situazione completamente modificata per la pandemia. Resta fondamentale un’implementazione dell’attuale dotazione a fronte dei carichi di lavoro, dei turni, degli accessi in aumento nei due presidi, e non solo per Covid. Tutto questo si ripercuote sull’iper stazionamento che si ripete in Pronto soccorso per l’elevato carico di lavoro per le patologie non Covid. Di fatto non esiste più neppure l’osservazione breve al Pronto soccorso proprio perché siamo sguarniti di un numero adeguato di medici per attivarla. In media il periodo di stazionamento nelle sale nei posti letto previsti all’interno del Dipartimento dell’emergenza-urgenza è di 30-40 ore prima che i pazienti siano spostati e ricoverati definitivamente in reparto».

 

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Corriere Adriatico