S'allarga il focolaio Covid a casa Damiani, i contagiati sono saliti a 36. Il distretto: «Situazione ora stabile»

Casa Padre Damiani in viale Napoli, 38
PESARO - Si è esteso il focolaio di Covid-19 scoperto a casa Padre Damiani, dopo il periodo di carnevale, con i periodici tamponi rapidi eseguiti dalla struttura sui propri...

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PESARO - Si è esteso il focolaio di Covid-19 scoperto a casa Padre Damiani, dopo il periodo di carnevale, con i periodici tamponi rapidi eseguiti dalla struttura sui propri ospiti. Nel complesso di viale Napoli 38, di proprietà dell’Arcidiocesi di Pesaro, che ospita una casa di riposo e una residenza protetta, gli 8 contagiati accertati nei primi giorni dell’allarme sanitario sono saliti complessivamente a 36 in base all’esito dei tamponi molecolari eseguiti martedì scorso sui 78 ospiti e i 55 operatori dall’unità speciale di continuità assistenziale (Usca) del Distretto sanitario di Pesaro. Si tratta di 25 anziani e 11 addetti. Sono paucisintomatici con mal di gola, raffreddore o tosse.

 

 

Nessuno in intensiva
Tra gli ospiti, 3 sono stati portati all’ospedale San Salvatore per le complicanze determinate dalle patologie di base di cui soffrono, ma risultano ricoverati a medicina e non in terapia intensiva o semi intensiva. Nella struttura Covid extra ospedaliera di Macerata Feltria sono stati trasferiti 14 anziani, 2 hanno trovato posto nella Rsa dedicata al Covid di Galantara e 6 sono stati isolati all’interno della stessa casa Padre Damiani. Tutti gli 11 operatori positivi sono stati sospesi dal servizio, alcuni di essi non hanno alcun sintomo.

Severe misure di profilassi
Le condizioni cliniche non gravi dei contagiati sono chiaramente un effetto del ciclo completo di vaccinazione a cui tutti erano stati sottoposti con la somministrazione da mesi della terza dose (gli ospiti a ottobre), visto che nelle precedenti ondate della pandemia questi focolai, colpendo una popolazione fragile, causavano solitamente numerose vittime. Sin dall’accertamento dei primi casi, la struttura è stata sottoposta a rigide misure di profilassi per limitare i contagi: sono vietate le uscite degli ospiti, le visite dall’esterno (prima consentite per incontri circoscritti negli spazi comuni) e le attività di gruppo.

La direttiva sanitaria impartita è quella di confinare tutti gli ospiti, per quanto è possibile, nelle proprie stanze, particolarmente per consumare i pasti. Tra gli operatori risultati positivi ci sono 2 delle 4 infermiere in servizio nella casa Padre Damiani, pertanto in rinforzo per i servizi da garantire ai 59 ospiti rimasti nella struttura ieri è stata inviata per 15 giorni un’infermiera dell’Usca.

«Sviluppo previsto»
«Il focolaio nella casa Padre Damiani, che è sotto controllo sin dall’inizio - puntualizza la direttrice del Distretto sanitario di Pesaro, Elisabetta Esposto - è in fase di stabilizzazione. Avevamo previsto che avrebbe avuto questo sviluppo perché la positività è stata accertata quando i contatti del caso indice con ospiti e personale erano già avvenuti. Il 15 marzo faremo di nuovo i tamponi molecolari a tutti gli ospiti e gli operatori per verificare se effettivamente, come auspico, il focolaio si sta spegnendo. Purtroppo, non possiamo dire che questo sia l’ultimo. A parte quello limitato a tre positivi a casa Giona, abbiamo segnalazioni di casi sintomatici in un’altra residenza protetta, per i quali attendo i risultati dei tamponi. Anche questa non è una sorpresa, perché la curva dei contagi nelle Marche è di nuovo in aumento, secondo me per effetto delle feste di carnevale. Non siamo ancora fuori della pandemia, perciò bisognare fare attenzione e continuare a rispettare le precauzioni sanitarie».

Il rimbalzo dal 4 marzo


La curva dei ricoveri è in calo, purtroppo quella dei contagi nelle Marche conosce un rimbalzo dal 4 marzo scorso secondo un trend anticipato nel Paese di qualche giorno (l’effetto sui ricoveri, pertanto, si potrà vedere eventualmente tra circa 20 giorni). In particolare ieri si sono stati registrati 1.528 nuovi positivi in regione, di cui 228 nella provincia pesarese (261 nell’Ascolano, 303 nel Maceratese, 464 nell’Anconetano, 199 nel Fermano, più 73 cittadini non marchigiani).

 

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Corriere Adriatico