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PESARO - Prima i tamponi per i licei ascolani, poi lo screening gratuito ad Amandola. Il braccio di ferro tra Pesaro e la Regione sui test negati al Comune di Pesaro per lo screening scolastico si aggiunge di una nuova puntata. «Sempre più incredulo» è il commento del sindaco di Matteo Ricci riferendosi questa volta al drive test con tamponi rapidi antigenici organizzato nella giornata di sabato nella provincia di Fermo da Regione Marche e Asur/Area vasta 4 per le scuole che si è tenuto ad Amandola.
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Lo stupore
«Stiamo parlando della sicurezza degli studenti e delle scuole - continua Ricci -.
Nel frattempo a dare manforte all’Amministrazione comunale pesarese arrivano i consigliere regionali dem Micaela Vitri e Andrea Biancani decisi a portare all’attenzione del consiglio regionale la collaborazione negata a Pesaro da Regione/Asur ma concessa ad Ascoli e ad Amandola. «Un bel servizio del Tg3 - ha postato ieri la consigliera Vitri - raccontava l’iniziativa lodevole di Amandola, dove Regione Marche e Asur sabato mattina hanno organizzato uno “screening scuole”. Quindi, dopo i tamponi “regalati” a un’associazione privata per i licei di Ascoli, ora spunta anche il drive test di mezza giornata appositamente per le scuole a Amandola. Le motivazione del no allora valevano solo per il Comune di Pesaro? Tornano a scuola gli studenti, i docenti e il personale scolastico delle secondarie di tutte le Marche, in dad al 50%, ma pensare che a Pesaro sia stata negata la possibilità di garantire sicurezza rimane assurdo. Quando si commettono errori è intelligente riconoscerlo. La Regione faccia gli screening con i tamponi già acquistati e metta in sicurezza tutto il comparto come chiediamo da novembre».
Le proposte
Rafforza Biancani: «Il no della Regione rappresenta un’occasione persa di collaborazione tra istituzioni nell’interesse della comunità. Per noi la popolazione scolastica deve rientrare nelle categorie da sottoporre periodicamente a test antigenici gratuiti. Abbiamo suggerito più soluzioni: negli edifici scolastici; nell’ambulatorio del proprio medico; nei punti drive in funzione; nei laboratori privati attrezzati; nei presìdi ospedalieri; tramite convenzioni, anche nelle farmacie. Tutte proposte inascoltate. Ma non ci arrendiamo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico