PESARO - Prima i tamponi per i licei ascolani, poi lo screening gratuito ad Amandola. Il braccio di ferro tra Pesaro e la Regione sui test negati al Comune di Pesaro per lo screening scolastico si aggiunge di una nuova puntata. «Sempre più incredulo» è il commento del sindaco di Matteo Ricci riferendosi questa volta al drive test con tamponi rapidi antigenici organizzato nella giornata di sabato nella provincia di Fermo da Regione Marche e Asur/Area vasta 4 per le scuole che si è tenuto ad Amandola.
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Lo stupore
«Stiamo parlando della sicurezza degli studenti e delle scuole - continua Ricci -. Il Comune di Pesaro si è organizzato da solo, ma la Regione dovrebbe tornare sui suoi passi e fare lo screening gratuito per tutti gli studenti delle Marche. Davvero incredibile, che pur avendo la disponibilità di tamponi, non si faccia perché la proposta non arriva da un sindaco della stessa parte politica». Insomma il sindaco non molla. Dopo che lo stesso Ricci aveva evidenziato la disparità di trattamento con il caso di Ascoli dove il Soroptimist aveva organizzato uno screening aiutato dalla locale Area vasta, è stato lo stesso assessore regionale Saltamartini a bloccare tutto annunciano l’invio degli ispettori.
Nel frattempo a dare manforte all’Amministrazione comunale pesarese arrivano i consigliere regionali dem Micaela Vitri e Andrea Biancani decisi a portare all’attenzione del consiglio regionale la collaborazione negata a Pesaro da Regione/Asur ma concessa ad Ascoli e ad Amandola. «Un bel servizio del Tg3 - ha postato ieri la consigliera Vitri - raccontava l’iniziativa lodevole di Amandola, dove Regione Marche e Asur sabato mattina hanno organizzato uno “screening scuole”.
Le proposte
Rafforza Biancani: «Il no della Regione rappresenta un’occasione persa di collaborazione tra istituzioni nell’interesse della comunità. Per noi la popolazione scolastica deve rientrare nelle categorie da sottoporre periodicamente a test antigenici gratuiti. Abbiamo suggerito più soluzioni: negli edifici scolastici; nell’ambulatorio del proprio medico; nei punti drive in funzione; nei laboratori privati attrezzati; nei presìdi ospedalieri; tramite convenzioni, anche nelle farmacie. Tutte proposte inascoltate. Ma non ci arrendiamo».