Un bosco della memoria dedicato alle vittime del Covid: piantati 185 alberi

Da sinistra il sindaco Massimo Seri, don Marco Presciutti e l'assessora Barbara Brunori
FANO - Sarà un momento in cui tutta la città, al di là delle differenze sociali, culturali, economiche, politiche si ritroverà unita per ricordare il...

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FANO - Sarà un momento in cui tutta la città, al di là delle differenze sociali, culturali, economiche, politiche si ritroverà unita per ricordare il drammatico tributo imposto dalla pandemia che sta imperversando dal marzo dell’anno scorso. Sabato prossimo alle 9 sarà inaugurato il bosco della memoria.

 

 

Si tratta di 3 aree che ospiteranno 185 alberi in via della Colonna nei pressi del campo d’aviazione; piante autoctone, come frassino, leccio, roverella, biancospino, gelso, melograno esprimeranno il radicamento del ricordo delle vittime del Covid e allo stesso tempo la rinascita verso una nuova vita.

«Nella memoria – ha dichiarato l’assessora al decoro urbano Barbara Brunori - troviamo la strada per accogliere il futuro grazie al ricordo. Un segno di sensibilità che l’amministrazione ha voluto offrire alla città, per rinsaldare i valori che identificano il tessuto sociale».

L’iniziativa è stata presentata ieri anche dal sindaco Massimo Seri, un momento vissuto con particolare intensità anche sul piano personale, visto che tra le vittime c’è anche il padre. «Una vera famiglia – ha detto - nelle occasioni più dolorose si stringe e fa quadrato. E tale si sta rivelando la nostra comunità. Da quando è apparso il Covid c’è stata una grande unione di intenti tra tutti gli attori della collettività. Nella testimonianza emerge proprio l’esperienza di vita. Questa inaugurazione del bosco della memoria è un modo per legarsi alla persona poiché ci sarà tanta attenzione nella cura di questa piante»

. Alla presentazione è intervenuto anche il vicario della Diocesi don Marco Presciutti che ha rilevato l’importanza della memoria, non come nostalgia, ma come impulso alla rinascita. «La memoria di quell’evento tragico del Covid – ha evidenziato - ha risvegliato la nostra coscienza e ha unito tante persone, perché nella carità c’è amore. C’è gente che ha rischiato la propria vita per salvare le vite, restituendo la voglia di futuro».

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Corriere Adriatico