Pesaro, lettera degli infermieri dalla trincea Covid-19: «Pagateci come gli altri»

Pesaro, lettera degli infermieri dalla trincea Covid-19: «Pagateci come gli altri»
PESARO - Sono in prima linea da quel 25 febbraio, quando è iniziato l'allarme Coronavirus. Loro, gli infermieri e operatori della terapia intensiva e rianimazione del...

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PESARO - Sono in prima linea da quel 25 febbraio, quando è iniziato l'allarme Coronavirus. Loro, gli infermieri e operatori della terapia intensiva e rianimazione del San Salvatore, fra carenza di personale e turni estenuanti, dopo che giocoforza sono stati cancellato congedi riposi e permessi.


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Continuano a lavorare in trincea e non mollano, ma ora dopo la battaglia per i dispositivi di protezione, supportati dalle parti sociali, un gruppo di operatori della Rianimazione, dipendenti stabili dell’azienda, han deciso di inoltrare alla direzione Marche Nord una lettera con la richiesta del giusto riconoscimento economico e professionale e l’equiparazione dei contratti rispetto al personale neo assunto e in arrivo.
 
Come il Corriere aveva documentato nei giorni scorsi per lo stesso impiego, nella sanità marchigiana, si potrebbe arrivare all’assurdo di 4 o 5 tipologie diverse di contratto con relative diverse retribuzioni e coperture previdenziali. Tutto tace, per ora, anche sulla ventilata esternalizzazione di un reparto Covid al Santa Croce nonostante sui siti ufficiali la Cooperativa Stella avesse già annunciato la ricerca di infermieri per 39 euro all’ora. 
La lettera degli infermieri della Rianimazione verrà protocollata e inoltrata domani ai vertici dell’azienda ospedaliera. Il problema scrivono, è la disparità evidente di riconoscimento della professione, a livello economico e di indennità. Da un lato gli operatori che hanno aderito alla task force nazionale avranno 200 euro extra giornaliere e altri benefit mentre per gli infermieri della sanità pubblica, assunti dall’azienda ospedaliera c’è al momento solo il riconoscimento di un bonus di 100 euro in busta paga da aprile. «Non è solo una questione economica e di numeri – scrivono gli operatori sanitari del San Salvatore – ma risultano incomprensibili alcune scelte, come l’eventualità di affidare al privato un intero reparto Covid di Fano. A questo si aggiunge l’ennesima proposta arrivata ieri ad alcuni infermieri da strutture ospedaliere toscane, dove la Regione ha già firmato un accordo per un compenso economico equo». 

Le criticità

All’interno delle sale di Terapia Intensiva serve un infermiere in più per ogni sala. Ci sono sale dove gli infermieri si ritrovano ad essere in due anziché in quattro, e capita anche che vengano spostati per esempio dalla sala 1 alla sala 3 di Rianimazione, se si presenta un’urgenza. Un problema che si è già verificato in una delle cinque Rianimazioni, proprio durante uno dei turni di notte dove in alcune delle sale c’erano solo due infermieri, mentre un terzo era disponibile per tutte le cinque intensive nel caso di emergenza o arrivo di un paziente grave. Consapevole della carenza di personale Marche Nord, avrebbe ovviato dando così disposizioni attraverso i coordinatori del reparto, di dedicare un infermiere “jolly” per usare una metafora, a supporto.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico