Coronavirus, quasi esauriti i posti letto a Marche Nord: apre la quinta Rianimazione

Coronavirus, quasi esauriti i posti letto a Marche Nord: apre la quinta Rianimazione
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PESARO Altri 9 pesaresi morti nella giornata di ieri per il Coronavirus, 17 nelle Marche che arriva a 153 decessi. Solo il Pesarese è a 115. I nove deceduti erano tutti anziani, tra loro 5 uomini e 4 donne tra cui una 99enne. Complessivamente in provincia ci sono 1099 positivi e 2163 in isolamento. Si rialza rispetto a ieri l'età media (79,4 anni) e la percentuale di patologie pregresse. (79,4). Intanto a Marche Nord si è entrati nella fase più drammatica dall'inizio dell'emergenza nella battaglia contro il virus. Aperta la quinta Rianimazione per i Covid più gravi. Attivata anche un'Unità di crisi operativa interna. Al Santa Croce accessi esterni blindati con i pazienti in arrivo trasferiti nelle strutture fuori provincia.


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Come in una spirale, così si lavora all'interno dei presidi Marche Nord, fra cambi repentini, l'aumento dei contagi, i posti che sono saturi e la pressione fisica e psicologica degli operatori. Posti al completo: aperta e pronta per essere attivata ieri con urgenza la quinta Rianimazione già annunciata dall'Azienda ospedaliera. La nuova ala di Rianimazione Covid va ad occupare gli spazi dell'ex Chirurgia del San Salvatore, dopo il trasferimento del Blocco Operatorio al presidio di Fano, recuperando così una ventina di posti letto per i pazienti che necessitano di ventilazione assistita e dove sono stati montati i nuovi respiratori. A mostrare una situazione ormai al limite sono i numeri della Terapia Intensiva dove sono oltre 30 i posti, tutti al completo.
 

Le poche voci degli operatori in prima linea nell'emergenza, che filtrano dall'interno parlano di una situazione sempre più complicata da gestire nelle sale intensive con difficoltà logistiche e di organizzazione nei reparti, e altrettante difficoltà per infermieri e operatori, che lavorano in condizioni precarie, allo stremo e dove la carenza di nuovi operatori si sta facendo sentire. L'ultimo riassetto di queste ore vede altri 15 infermieri che hanno ricevuto l'ordine di spostarsi dal Blocco Operatorio trasferito al Santa Croce, per supportare e integrare il personale nei reparti Covid del San Salvatore. Al Blocco rimarranno in forza sole due equipe che dovranno garantire emergenze chirurgiche e ostetricia. Intanto dopo il Pronto Soccorso del San Salvatore, che resta comunque un Covid Hospital chiuso, accesso off limits all'emergenza-urgenza anche al Santa Croce di Fano. Queste le nuove misure prese ieri con urgenza dall'Azienda ospedaliera per i pazienti che arrivano in ambulanza, siano essi casi sospetti o positivi, e pazienti no Covid per patologie tempo dipendenti. L'accesso al Pronto Soccorso del San Salvatore è stato di nuovo blindato per pazienti in arrivo sospetti o con altre patologie,che sono stati trasferiti all'ospedale di Senigallia. Ieri la decisione anche di chiudere l'ingresso alle ambulanze del 118 al Santa Croce. Dalla Centrale Operativa, gli operatori hanno la disposizione di trasferire i nuovi pazienti in arrivo Covid positivi ai presidi di Ancona, Jesi e Senigallia, perché al presidio di Pesaro non ci sono altri posti. Garantita l'apertura dell'Emodinamica per quei pazienti colpiti da infarto, ictus, che vengono portati a Pesaro per la prassi d'urgenza. «L'Unità di crisi Covid-19 interna spiega il direttore generale di Marche Nord, Maria Capalbo è stata appena costituita e assegnata al capo di dipartimento dell'Emergenza-urgenza, al primario responsabile del Pronto soccorso, Gnudi e al direttore del dipartimento di Medicina. Tutto il personale medico che lavora nelle aree ormai diventate riservate Covid-19 è stato assegnato alla stessa Unità operativa di crisi. E' arrivato proprio in queste ore tramite donazioni per noi indispensabili, tutto quel materiale di cui c'è bisogno per affrontare la fase più critica. Già giovedì sono arrivati ventilatori polmonari, letti per i reparti di Rianimazione, ecografi e una centralina per il tele-monitoraggio assegnata alla Medicina d'urgenza».
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Corriere Adriatico