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CATTOLICA C’era anche la Regina tra le piazza prescelte da un’organizzazione criminale che sarebbe stata in grado di immettere sul mercato della droga 150 chili di cocaina in otto mesi. Un’attività di spaccio capillare che ha prodotto un giro di affari da milioni di euro che, secondo l’inchiesta della procura delle Repubblica di Perugia, sarebbero stati investiti in esercizi commerciali invarie località dell’Umbria e in strutture ricreative nelle località balneari più rinomate dell’Albania.
Le indagini
Questo il quadro che emerge dalle investigazioni coordinate dalla procura Perugia, e messe in campo dalla squadra mobile del capoluogo umbro e dei colleghi di Terni, Rimini, Bologna e Macerata: gli agenti di polizia ieri mattina hanno eseguito, su disposizione del Gip, l’arresto di 15 persone, 11 delle quali albanesi.
L'operazione
Nell’operazione di ieri mattina sono stati coinvolti anche i Reparti prevenzione crimine Umbria - Marche, Toscana, Abruzzo e di unità cinofile. Un’organizzazione criminale solida e ben strutturata con ruoli specifici per ognuno dei soci. In caso di arresto, l’organizzazione si occupava di fornire assistenza legale e, una volta usciti dal carcere, denaro per far fronte alle spese e come ricompensa per la fedeltà. La droga arrivava da canali anche esteri ma veniva lavorata da uomini di fiducia che confezionavano le dosi; la distribuzione al dettaglio era poi curata dalle cellule di spaccio, dislocate in diversi territori. I componenti delle cellule venivano dotate dai vertici di auto, cellulari dedicati e appartamenti dove vivere prima di cambiare piazza di spaccio.
La cellula di Terni
Una presunta cellula di Terni è stata individuata nel contesto di un’altra indagine che aveva portato all’arresto di 11 persone e al sequestro di 650 grammi di coca, oltre a 12mila euro in contanti. Nel corso delle indagini, sono stati arrestati altri 22 soggetti, sequestrati 9 chili di cocaina, 2 pistole con 140 proiettili, 4 vetture e 13mila euro in contanti.
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Corriere Adriatico