Pesaro, le bollette da paura per le piscine fanno emigrare le sincronette

Pesaro, le bollette da paura per le piscine fanno emigrare le sincronette
PESARO  - Il nuoto, gli appassionati e le società natatorie che gravitano attorno agli impianti cittadini soffrono la carenza di spazi per nuoto libero e...

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PESARO  - Il nuoto, gli appassionati e le società natatorie che gravitano attorno agli impianti cittadini soffrono la carenza di spazi per nuoto libero e attività agonistiche soprattutto dopo la chiusura della vasca da 50 metri all’impianto Berti del Parco della Pace per gli alti costi energetici.

Dal nuoto sincronizzato, costretto a dividersi fra tre impianti, anche fuori provincia, alle società come Asd Gabbiano, Triathlon e altre ancora. Va detto che ci sono società che hanno ottenuto spazi acquei nella piscina di via Togliatti, gestita da Nuova Sportiva Ferrara all’interno del complesso sotto la gestione di Casa Vuelle.

 
Il conto
A due mesi della chiusura della vasca olimpionica, la più grande delle Marche, ancora nessuna risposta è arrivata alle richieste del gestore Sport Village. Serve almeno 1 milione di euro per l’impianto del Parco della Pace fra il costo del pallone pressostatico, indispensabile a riaprire la 50 metri, e il debito accumulato per diverse mensilità delle bollette dell’energia e del gas. Di recente si è tornati alla carica con l’Amministrazione comunale ripresentando l’istanza ad assessori e dirigenti. In sostanza Sport Village avrebbe chiesto all’ente locale di potere farsi carico del surplus dei costi dell’energia, dividendo il conto finale fra società ed ente pubblico. La cifra ipotizzata per poter riaprire la vasca da 50 metri è di 500mila euro. Ma il Comune per ora ha detto no.


Il contributo
Fra i motivi del diniego da parte del servizio Sport e Governance ci sarebbe il mancato completamento e i mancati interventi di efficientamento nel corso degli anni, stabiliti nel bando iniziale di gestione, vinto dalla società Sport Village dopo la precedente di Pesaro Piscine a cavallo fra gli anni 2012-2013. Tra l’altro va considerato il contributo comunale annuale erogato al gestore, sospeso nel periodo di pandemia, di 220mila euro a garanzia della fidejussione bancaria per gli interventi progettati e avviati fra il 2017-2018 ma ancora da completare. Finora sono state realizzate le nuove palestre, gli spogliatoi ed è stato eseguito il rifacimento e la messa in sicurezza della vasca da 25 metri.

All’impianto servirebbero però anche nuove caldaie e/o pannelli fotovoltaici. Inevitabilmente la mancata riapertura della vasca olimpionica porta dei disagi, come nel nuoto sincronizzata. Spiega l’allenatrice del nuoto Sincronizzato Barbara Gabucci: «Abbiamo raggiunto il picco dei risultati e delle iscrizioni con l’obiettivo di consolidare il risultato di quinta società in Italia. Purtroppo, a fronte delle nostre esigenze, sono pochi gli spazi che si è riusciti a mantenere al polo Berti, limitatamente alla 25 metri, divisa fra le altre attività, fitness in primis. Il sincro è stato così costretto a dividersi affittando alcuni spazi acqua al polo Facchini di via Togliatti e alla piscina comunale di Cattolica. Questo comporta ancora più sacrifici per le giovani atlete e le loro famiglie, fra trasferte continue ma ci auguriamo che possa essere una situazione temporanea».
I sacrifici


I disagi non mancano però, come fa osservare Raul Rossi della Asd Gabbiano Pentathlon che lamenta di non aver avuto ore sufficient, e quindi corsie, all’impianto di via Togliatti per la sua società, in particolare per la scuola nuoto dei ragazzi, con la conseguenza che ci sono diversi giovani utenti costretti a restare a casa.

 

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Corriere Adriatico