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CANTIANO - Finalmente, il cavallo del Catria avrà una legge che lo tutela e lo promuove. La proposta è del consigliere Giacomo Rossi (Civici Marche) ed è stata già sottoscritta da tutti i capigruppo di maggioranza. «L’obiettivo – entra nel merito Rossi - è quello di tutelare e valorizzare l’unica razza equina marchigiana che nasce nel nostro entroterra. Questa legge va a finanziare alcune attività di promozione e di tutela, come possono essere per esempio la Fiera nazionale del cavallo di Chiaserna o la partecipazione dei nostri cavalli ad altre fiere. Inoltre, sarà da stimolo per le attività come l’ippoterapia e l’ippoturismo, e si andrà ad istituire un “Centro per il monitoraggio e la valorizzazione delle popolazioni del cavallo del Catria” a Cantiano».
Il consigliere regionale spiega che si tratta di una proposta «studiata coinvolgendo chi è direttamente interessato al cavallo del Catria, in primis l’associazione allevatori cavallo del Catria, per il tramite del suo presidente Giuseppe Travagliati con il supporto tecnico dell’agronoma Paola Sabbatini.
La scelta di Cantiano non è casuale. Se, sul territorio nazionale, ci sono circa 870 capi questi sono prevalentemente distribuiti a Cantiano e nell’Unione Montana del Catria e del Nerone. Inoltre, nella sua frazione di Chiaserna, ci sono le uniche due stazioni di monta pubblica, senza dimenticare che Chiaserna ospita dal 1973 una fiera di cavalli, ritenuta seconda, in Italia, solo a quella di Verona.
«Ragione per cui – interviene il sindaco cantianese Alessandro Piccini –, dopo due anni di stop causa Covid, il nostro Comune ha sostenuto la presenza dei nostri cavalli e cavalieri a questa Fiera Internazionale di settore come importante momento di visibilità e di promozione del comprensorio, sempre più consapevole della forza attrattiva del cavallo e dell’indotto economico ad esso legato».
Un animale che vanta origini antiche. Già ci sono tracce dopo l’anno mille in documenti che citano la presenza a Fonte Avellana di allevamenti di cavalli per le cavallerie delle signorie limitrofe, più tardi, del Ducato d’Urbino. Nel tempo, il ceppo indigeno ha beneficiato dell’apporto della razza maremma grossetana (con i carbonari), del croato e del franches montaignes. Ma oggi quello che distingue il cavallo del Catria è un insieme di caratteristiche morfologiche - tra cui la robustezza, la sua attitudine al lavoro, il fatto che, allevato su pascoli montani, abbia un piede sicuro - che ne fa un cavallo particolarmente adatto al turismo equestre e nelle aree montane. Insomma, una vera testimonianza del passato su cui investire per trasformarla in una sicura risorsa per il futuro.
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Corriere Adriatico