CANTIANO - Finalmente, il cavallo del Catria avrà una legge che lo tutela e lo promuove. La proposta è del consigliere Giacomo Rossi (Civici Marche) ed è stata già sottoscritta da tutti i capigruppo di maggioranza. «L’obiettivo – entra nel merito Rossi - è quello di tutelare e valorizzare l’unica razza equina marchigiana che nasce nel nostro entroterra. Questa legge va a finanziare alcune attività di promozione e di tutela, come possono essere per esempio la Fiera nazionale del cavallo di Chiaserna o la partecipazione dei nostri cavalli ad altre fiere. Inoltre, sarà da stimolo per le attività come l’ippoterapia e l’ippoturismo, e si andrà ad istituire un “Centro per il monitoraggio e la valorizzazione delle popolazioni del cavallo del Catria” a Cantiano».
Il consigliere regionale spiega che si tratta di una proposta «studiata coinvolgendo chi è direttamente interessato al cavallo del Catria, in primis l’associazione allevatori cavallo del Catria, per il tramite del suo presidente Giuseppe Travagliati con il supporto tecnico dell’agronoma Paola Sabbatini. Il cavallo – segnala - è un animale universale, apprezzato in tutte le culture del mondo. Avere una razza equina regionale è un asset prezioso e non valorizzarlo appieno significa non sviluppare le potenzialità economiche ed il grande ritorno di immagine che potremmo creare grazie a quest’animale. Questa mia legge – conclude - si prefigge di supportare tali obiettivi, dando anche un giusto riconoscimento al lavoro dei tanti allevatori che hanno creduto a questa razza equina e che tuttora ci stanno lavorando».
La scelta di Cantiano non è casuale.
«Ragione per cui – interviene il sindaco cantianese Alessandro Piccini –, dopo due anni di stop causa Covid, il nostro Comune ha sostenuto la presenza dei nostri cavalli e cavalieri a questa Fiera Internazionale di settore come importante momento di visibilità e di promozione del comprensorio, sempre più consapevole della forza attrattiva del cavallo e dell’indotto economico ad esso legato».
Un animale che vanta origini antiche. Già ci sono tracce dopo l’anno mille in documenti che citano la presenza a Fonte Avellana di allevamenti di cavalli per le cavallerie delle signorie limitrofe, più tardi, del Ducato d’Urbino. Nel tempo, il ceppo indigeno ha beneficiato dell’apporto della razza maremma grossetana (con i carbonari), del croato e del franches montaignes. Ma oggi quello che distingue il cavallo del Catria è un insieme di caratteristiche morfologiche - tra cui la robustezza, la sua attitudine al lavoro, il fatto che, allevato su pascoli montani, abbia un piede sicuro - che ne fa un cavallo particolarmente adatto al turismo equestre e nelle aree montane. Insomma, una vera testimonianza del passato su cui investire per trasformarla in una sicura risorsa per il futuro.