Bombe in mare a Pesaro, il maltempo fa rimandare la bonifica in primavera

Bombe in mare a Pesaro, il maltempo fa rimandare tutto a primavera
 PESARO Da coraggiosi lupi di mare, nonostante il meteo avverso, i sommozzatori della Marina militare di La Spezia ieri mattina si sono avventurati alla volta del relitto...

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 PESARO Da coraggiosi lupi di mare, nonostante il meteo avverso, i sommozzatori della Marina militare di La Spezia ieri mattina si sono avventurati alla volta del relitto d’aereo, con tanto di bombe inesplose a bordo, colato a picco nei fondali davanti alla Croce, durante un sorvolo sul finire della seconda guerra mondiale. Ma le acque torbide e agitate, la pioggia battente e il vento gelido non hanno permesso le immersioni per la bonifica degli ordigni bellici. E una volta rientrati in banchina, attorno alle 14, i sub hanno fatto il punto dell’operazione, rimandando il brillamento a dopo le festività natalizie, con ogni probabilità con l’arrivo della primavera e condizioni del tempo più favorevoli. 

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Chi è intervenuto


«Difficile ancora dire quante sono le bombe da disintegrare - spiega il vice comandante della Capitaneria di porto -, dal momento che il relitto aereo è molto insabbiato e la visibilità scarsa. Troppo presto anche per stabilire la tipologia e le caratteristiche del velivolo da guerra che è colato a picco nello specchio d’acqua a circa 350 metri dalla costa, davanti a monte Castellaro. Non abbiamo avuto informazioni più dettagliate, il brillamento è stato rimandato». Bombe “marine” decisamente innocue, che saranno fatte esplodere a circa 3 miglia dal punto del rinvenimento, ma che hanno mobilitato una corposa squadra di militari e tecnici della Soprintendenza. Da una parte gli uomini della Capitaneria di porto, che hanno emesso l’ordinanza, poi rientrata, per il divieto di navigazione nella zona, dall’altra i sub del Comsubin, il comando del Raggruppamento subacquei e incursori “Teseo Tesei” di La Spezia, reparto speciale della Marina militare, gli artificieri del nucleo Sdai di Ancona, il corpo di Sminamento difesa anti mezzi insidiosi della Marina, e la Soprintendenza per il patrimonio culturale subacqueo di Taranto, che ad agosto si è interessata al relitto aereo dopo la segnalazione, almeno così sembrerebbe, da parte di un peschereccio. 
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Corriere Adriatico