Pesaro, la bomba di Case Bruciate non è l'unica: si fanno esplodere tre ordigni al mese

Pesaro, la bomba di Case Bruciate non è l'unica si fanno esplodere tre ordigni al mese
PESARO «Attenzione al fuoco. Tre, due, uno. Per Santa Barbara, fuoco». E dalla cava si alza una colonna scura che ricade a terra su se stessa avvolta in una nuvola...

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PESARO «Attenzione al fuoco. Tre, due, uno. Per Santa Barbara, fuoco». E dalla cava si alza una colonna scura che ricade a terra su se stessa avvolta in una nuvola bianca di fumo. Il brillamento delle 12,15 è l’ultimo atto della bonifica dell’ordigno d’aereo disinnescato tra le 9 e le 9,50 a Case Bruciate, nei pressi dell’A14. Uno dei più grandi mai ritrovati inesplosi nel centro nord della penisola. Artificieri e genieri dell’Esercito, il Reggimento genio ferrovieri di Castel Maggiore-Bologna, con l’ordine finale di scoppio gridato nella vallata deserta, salutano Pesaro con un’ennesima missione brillantemente riuscita. Non erano nuovi i militari a bonifiche del genere nel territorio: «Quest’anno nella provincia di Pesaro Urbino abbiamo già neutralizzato 36 pericolosi ordigni e, dal 2007 a oggi, sono in tutto 360 le bombe che hanno richiesto il nostro intervento», ha spiegato il comandante, colonnello Salvatore Magazzù. 

 


Prima e dopo

Per una singolare coincidenza la complessa operazione di distruzione dell’ordigno è avvenuta proprio il giorno in cui artificieri e vigili del fuoco celebrano la patrona Santa Barbara. Quello di Case Bruciate era un ordigno armato di spolette con una carica di tritolo di 250 chilogrammi per un peso complessivo di 1000 libbre, circa mezza tonnellata, per l’esattezza 453 chili, e lungo 1 metro e 35 con un diametro di 47 centimetri. Un residuato bellico della seconda guerra mondiale di fabbricazione americana, in pessimo stato di conservazione, che circa 78 anni fa, durante il passaggio del Fronte, è stato sganciato dal un aereo alleato. Prima e dopo le operazioni di rimozione dei sistemi di innesco della bomba di Case Bruciate, dirette dalla Prefettura - coordinava il vice prefetto Antonio Angeloni - e dal Comando forze operative nord di Padova, per garantire un’adeguata cornice di sicurezza, sono state condotte attività di sensibilizzazione all’evacuazione dei residenti e di pattugliamento con la polizia locale da parte del personale del 28° Reggimento comunicazioni operative Pavia di Pesaro, in un raggio di 755 metri dal luogo di ritrovamento dell’ordigno. 
 

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Corriere Adriatico