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CAMERINO Isolamento, mancanza di luoghi di aggregazione, la perdita delle piccole abitudini quotidiane e di quella rete sociale fatta di vicini e presenze amiche nei piccoli paesi: sono queste le problematiche maggiori che emergono dal porta a porta nelle Sae, che stanno mettendo in pratica gli psicologi della Croce Rossa attivi a Camerino, Caldarola, Castelsantangelo sul Nera e Visso, per il progetto Ritornare per ricominciare. Spiega Gianfranco Broglia, presidente della Cri di Camerino: «Il progetto è stato prorogato sino al 31 marzo, speriamo che possa continuare ancora, perché qui il supporto psicologico è necessario. Ora che i riflettori si sono spenti, occorre continuare a stare vicino alle persone, non abbassare la guardia, perché i problemi restano. Il valore di questo servizio è che gli psicologi vanno nelle aree Sae, parlano con le persone, riuscendo a intercettare davvero i loro bisogni. L'assenza di luoghi di aggregazione, problemi di lavoro, l'aver perso i punti di riferimento, specie per i più anziani, si fanno sentire».
Gli obiettivi
Il progetto, voluto dalla Croce Rossa nazionale, con il supporto della Cri Marche, si attua in collaborazione con i volontari della Cri locale, coinvolgendo le istituzioni locali. In casi in cui se ne evidenzia la necessità, vengono coinvolti i servizi sociali e sanitari. «Senza andare casa per casa, certi problemi non sarebbero mai emersi, a volte le persone non hanno il coraggio di chiedere aiuto», spiega Broglia. Gli psicologi della Croce Rossa sono ormai familiari nelle aree Sae. L'obiettivo è aiutare i residenti a ricostruire la propria rete sociale, a ritrovare una dimensione di vita quotidiana. Nel servizio anche lo sportello sociale mobile, che offre informazioni e orientamento.
Monia Orazi
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Corriere Adriatico