Razzismo, dibattito e scintille Divide la targa su Emmanuel

Razzismo, dibattito e scintille Divide la targa su Emmanuel
IL CASO FERMO Scintille giovedì sera in Consiglio comunale. L'ordine del giorno sulla targa in ricordo di Emmanuel Chidi Namdi ha scaldato gli animi dell'assise. A presentarlo i...

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IL CASO
FERMO Scintille giovedì sera in Consiglio comunale. L'ordine del giorno sulla targa in ricordo di Emmanuel Chidi Namdi ha scaldato gli animi dell'assise. A presentarlo i consiglieri Massimo Rossi, Maria Giulia Torressi e Sonia Marrozzini. Dopo più di un'ora di dibattito, l'aula ha quindi bocciato la richiesta.

I protagonisti
Oltre ai tre proponenti, a favore ha votato il consigliere del Movimento Cinque Stelle Marco Mochi. L'altro esponente pentastellato, Mirko Temperini, è uscito prima del voto. Una spaccatura che potrebbe avere ripercussioni nel movimento locale. Astensione per i due consiglieri del Pd, Pierluigi Malvatani e Manolo Bagalini. Contrari tutti gli altri. Con la maggioranza hanno votato anche il forzista Alessandro Bargoni e Gianluca Tulli di Fermo Libera. Era la seconda volta, in meno di un mese, che la targa in memoria del nigeriano ucciso il 5 luglio di due anni fa approdava in Consiglio. Il 29 maggio fu il sindaco Paolo Calcinaro a chiedere il ritiro dell'ordine del giorno, con la promessa di impegnarsi a trovare una soluzione condivisa.
Il testo
In memoria di Emmanuel Chidi Namdi vittima del razzismo il 5 luglio 2016 in una città come Fermo che è da sempre e vuole restare modello di solidarietà, accoglienza e civiltà, il testo che Rossi, Torresi e Marrozzini avrebbero voluto scritto sulla targa da apporre in via XX Settembre. A spaccare il Consiglio la parola razzismo che, secondo maggioranza e parte della minoranza marchierebbe ingiustamente la città. Nell'ultimo anno si sono susseguiti incontri e riunioni. L'obiettivo sempre lo stesso: trovare una formala che mettesse tutti d'accordo, senza snaturarne il significato. Si era anche ipotizzato di rinominare largo della Fratellanza il luogo dove il nigeriano è stato colpito a morte, ma alla fine non se n'è fatto niente. Un tema che, a due anni di distanza, continua a far discutere e a dividere. Sui social in queste ore impazzano i commenti, anche piuttosto accesi. Dal mondo politico, i primi sono del Pd. «Il sindaco Calcinaro e la sua maggioranza hanno scritto in una nota Malvatani e Bagalini su richiesta del comitato 5 Luglio, hanno aperto da tempo tra le forze politiche una discussione sui modi e i contenuti per l'apposizione di una targa in ricordo di Emmanuel e la sua triste sorte a seguito del tragico episodio di due anni fa».
La storia
Il Pd rimarca di aver «sempre sostenuto che la città, per la sua storia e la sua cultura, sia sempre stata una città dell'accoglienza e della collaborazione tra popoli, indipendentemente dalla razza e dal colore della pelle. Ricordiamo che, dopo il triste episodio della morte di Emmanuel, venuto a Fermo per cercare protezione e morto in seguito ad una banale lite avvenuta per una provocazione verbale di tipo razzista, tutta la città con il suo sindaco in testa ha sempre espresso con forza i valori di cui sopra. Il Partito democratico di Fermo continua la nota si aspetta dal sindaco e dalla sua maggioranza meno ambiguità. Intitolare una targa con il solo nome e cognome senza riferimenti all'episodio che ha portato alla morte violenta del giovane immigrato lo riteniamo un gesto privo di rispetto anche nei confronti della nostra stessa comunità. La nostra astensione al Consiglio comunale di ieri sera (giovedì, ndr) è frutto del nostro imbarazzo. Si sarebbe dovuti uscire dal consesso con una posizione unanime, condivisa, chiara e questo compito spettava al sindaco».
La ribalta

Secondo i dem «se si è arrivati alla decisione di intitolare una targa, dopo un triste episodio che ha visto la nostra città alla ribalta delle cronache nazionali, è per rigettare con forza l'etichetta razzista che qualcuno ci voleva affibbiare; proprio per ciò che simboleggia questa targa auspichiamo che nella stessa fossero richiamati i valori e le motivazioni che portano alla sua esposizione, valori come l'accoglienza, la solidarietà e l'antirazzismo: nobilitando Fermo a città aperta al mondo e ai suoi popoli».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico