Marche Nord sotto pressione «Usiamo tutti le precauzioni e difendiamoci con il vaccino»

Marche Nord sotto pressione «Usiamo tutti le precauzioni e difendiamoci con il vaccino»
LA TAPPAFANO Non solo un punto informativo, ma anche l'occasione di vaccinarsi senza effettuare file estenuanti, è stata offerta ieri dall'Asur in piazza Venti Settembre. Ieri...

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LA TAPPA
FANO Non solo un punto informativo, ma anche l'occasione di vaccinarsi senza effettuare file estenuanti, è stata offerta ieri dall'Asur in piazza Venti Settembre. Ieri dalle 9 alle 13 hanno approfittato dell'occasione 65 persone che si sono vaccinate la maggior parte con la terza dose, mentre un centinaio ha chiesto informazioni. Sul luogo sono stati presenti anche il primario di Medicina di Marche Nord Gabriele Frausini e il direttore del Dipartimento di prevenzione Eugenio Carlotti. Qualcuno si è lasciato convincere anche a farsi iniettare la prima dose. Una particolare soddisfazione ha espresso il dottor Frausini nell'aver rimosso tutti i timori di un giovane che, avendo sofferto in passato di gravi patologie, non riusciva a decidere se vaccinarsi o meno.

I ricoverati Covid saliti a 81
In realtà Marche Nord è di nuovo sotto pressione per l'aumento dei casi positivi. I ricoverati per Covid ieri erano 81, di 16 in Rianimazione, 24 in sub intensiva, 17 in Medicina Covid, 13 in Pneumologia Covid, 7 in Malattie Infettive e 4 in sala parto; In totale Pesaro assorbe il il 39,7% di tutti i ricoveri Covid della regione, come mai un carico così alto?
«In realtà Pesaro con tutta la sua zona costiera ha evidenziato il dottor Carlotti fin dal primo momento è stata un'area colpita in modo particolare dall'infezione, a questo contribuiscono tuttora alcuni comuni che sono i meno vaccinati della regione, come Gradara, Tavullia e in parte Montelabbate. Il comune meno vaccinato è Sassofeltrio che ha raggiunto solo poco più del 60 per cento di copertura vaccinale. Tutto questo contribuisce al primato negativo di Marche Nord». Tra l'altro si tratta di una situazione che induce a una grave stress il personale ospedaliero che sta lavorando in una condizione di organico particolarmente deficitaria; è emblematico il caso di Galantara che ha richiesto la chiusura della Psichiatria di Pesaro. Ma a questo punto: non sarebbe meglio assumere personale invece di rimodulare quello in servizio?
«Sarebbe molto più giusto ha convenuto il dottor Carlotti non solo per quanto riguarda i reparti ospedalieri, ma anche per il Dipartimento di prevenzione dove si comincia ad avvertire un certo vulnus nel fare fronte a tutte le esigenze».
C'è preoccupazione

Il dottor Frausini non ha nascosto la sua preoccupazione: i numeri stanno diventando sempre più alti e l'azienda risulta sempre più sotto pressione. Tra i ricoverati in rianimazione la stragrande maggioranza sono non vaccinati, nelle sub intensive una quota parte, pari al 30 per cento risultano vaccinati con 2 dosi, vi sono anche alcuni pazienti fragili e pazienti che non avevano sviluppato una risposta anticorpale adeguata. In realtà il solo vaccino non basta, alcuni giorni fa dei 6 morti registrati nelle Marche, è risultato che 3 erano vaccinati, cosa bisogna fare in più? Per Frausini bisogna ripartire da quelle che sono state le misure assunte nel XIX secolo: lavarsi frequentemente le mani, osservare il distanziamento sociale, indossare la mascherina e su queste implementare le armi moderne di cui il vaccino rappresenta la difesa vincente, nel senso che i vaccinati è meno probabile che prendano la malattia e se la prendono difficilmente la assumono in forma grave. «La percentuale di guarigioni in Marche Nord ha aggiunto Frausini è molto alta, grazie anche alla disponibilità di farmaci efficaci e all'esperienza acquisita di collocare la giusta terapia nei momenti diversi della malattia Questi sui possono dividere in 3 fasi: quella virale simile alla influenzale, quella polmonare e quella infiammatoria che è quella più grave. Sono terapie più efficaci rispetto a un anno fa, grazie anche agli anticorpi monoclonali che sono la vera arma vincente per il paziente appena infettato».
Massimo Foghetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico