Lorenzo Sconocchini «Chiudere adesso per riaprire prima». Quando il

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Lorenzo Sconocchini «Chiudere adesso per riaprire prima». Quando il nostro giornale lanciò questo appello, comparso...

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Lorenzo Sconocchini

«Chiudere adesso per riaprire prima». Quando il nostro giornale lanciò questo appello, comparso nell'edizione di sabato scorso, nelle Marche c'erano poco più di 3mila positivi al Coronavirus (tra isolati in casa e ricoverati), negli ospedali erano assistiti 174 pazienti Covid, 22 dei quali in terapia intensiva e 9 in area semi intensiva. Sei giorni dopo, con il bollettino di ieri, i positivi attuali nelle Marche sono diventati 2mila in più, i ricoveri sono saliti a 286, le terapie intensive assistono 39 pazienti gravi e altri 52 lottano contro il virus nelle aree semi-intensive delle Coviderie. E il virus ha ucciso altre 9 persone. Ora forse sarà più chiaro il messaggio lanciato dal Corriere Adriatico: con un incendio in corso non c'era tempo da perdere, bisognava soffocare quanto prima i focolai chiudendo tutto quel che era possibile chiudere, senza far inceppare la macchina dell'economia, per un tempo reso accettabile dai ristori di stato. E senza riempire gli ospedali oltre il punto di stress che costringe a sacrificare, per accogliere i pazienti contagiati, il resto della sanità. Da quell'appello è passata quasi una settimana e aspettiamo di vedere se il lockdown del tempo libero e la didattica a distanza riusciranno a piegare la curva dei contagi e dei ricoveri. Ci vorrà un'altra settimana, per comprendere gli effetti delle restrizioni in vigore da lunedì scorso. Sperando di non dover aggiungere: «Ve l'avevamo detto».
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Corriere Adriatico