Le zone del centro nel degrado Vicoli usati come wc all'aperto

Le zone del centro nel degrado Vicoli usati come wc all'aperto
L'ACCUSAMACERATA Angoli del centro usati come orinatoi, altri che non conoscono da tempo la manutenzione. E ancora: spazi verdi lasciati nell'incuria e teatro di attività...

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L'ACCUSA
MACERATA Angoli del centro usati come orinatoi, altri che non conoscono da tempo la manutenzione. E ancora: spazi verdi lasciati nell'incuria e teatro di attività illegali. Infine la mancanza di un'idea complessiva di manutenzione e cura della città. Ascoltando le parole di Riccardo Sacchi, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, sembra quasi di essere di fronte a una città paragonabile alla Fontana di Marcel Duchamp (un vespasiano). Un'opera d'arte per alcuni, un banale orinatoio per altri, come appunto Sacchi, che, «con profondo dispiacere», vedono centro storico e periferie lasciate al degrado e alla mercé della criminalità.

I programmi assenti
Il politico, che di mestiere fa l'avvocato, veste i panni dell'accusa nei confronti di un centrosinistra che «governa da vent'anni» e che organizza convegni per «organizzare e fare proposte non si sa nei confronti di chi». Il riferimento è all'incontro in programma per venerdì all'Ostello Asilo Ricci dall'area che racchiude Pd, Del e Udc, oltre alle liste civiche che appoggiano la maggioranza del sindaco Romano Carancini. «Sono loro che determinano le scelte della città, non capisco a chi si stanno rivolgendo - afferma Sacchi -, se non la conoscono e vogliono, anche se sembra un assurdo, comprendere le esigenze della città reale basta che chiedano a un qualsiasi cittadino. Ognuno può fotografare lo stato di degrado intorno alla propria abitazione, sia che abiti in centro, fuori e dentro le mura, o nelle periferie».
L'incuria
Alla sua arringa, Sacchi aggiunge le foto scattate a pochi passi dalla fermata dell'autobus di Rampa Zara: «Siamo vicino alle mura a nord della città, una zona centralissima - continua il capogruppo di Forza Italia -, anche qui è il più completo degrado. La mancata manutenzione è un danno doppio perché coinvolge una parte di Macerata che funge da biglietto da visita verso luoghi simbolo dalla cultura e del turismo come ad esempio Palazzo Buonaccorsi, ma sono tanti gli esempi che potremmo fare, molti dei quali scenari di episodi di cronaca». Per Sacchi anche i fatti di Macerata sono figli della «cattiva gestione del Pd e di chi governa la città», in questo caso in tema di immigrazione, dalla quale però derivano anche le vicende legate all'incuria delle aree verdi e alla paura delle famiglie che evitano ormai di frequentare alcune parti di Macerata segnalate dal passaggio quotidiano della sirena delle forze dell'ordine. «Il sindaco Carancini sale e scende dai palchi, non perde occasione per partecipare ai convegni - sottolinea Sacchi, puntando il dito anche contro la partecipazione del primo cittadino alla presentazione del libro di Ezio Mauro, L'uomo bianco, che ha sullo sfondo proprio Macerata e il raid razzista di Luca Traini del 3 febbraio scorso -, neppure una parola da parte sua però per l'antefatto, ovvero il macabro omicidio della giovane Pamela Mastropietro».
La sicurezza
Sacchi evidenzia come quella che è diventata una meta privilegiata per lo spaccio da oltre un anno si è progressivamente alimentata di una manodopera a basso costo fornita «da un'immigrazione incontrollata» alla quale è mancato «il tassello fondamentale dell'integrazione». «Ormai è usuale trovare siringhe un po' ovunque - dice Sacchi -, così come molti angoli del centro storico, penso ad esempio in prossimità dell'ex cinema Corso ma non solo, siano diventati degli orinatoi. Non da meno sono i parchi pubblici». Ad ampliare l'onda d'urto del degrado è il crescente aumento di consumo di droga, «sulla quale bisognerà fare i conti e combattere anche contro questi frutti avvelenati». Poi il richiamo a Carancini e Giunta: «Basta coi vernissage, ci si occupi anche dei problemi reali dei cittadini. L'isola felice non c'è più, meno convegni e state sul pezzo: sotto l'abito della cultura non può esserci una veste rattoppata malamente».
Le periferie

Se il centro piange, la periferia non ride: «La condizione di Piediripa, Sforzacosta e Villa Potenza è sotto l'occhio di tutti, se è tenuto male il cuore della città figuriamoci le arterie». Altro commento stavolta Sacchi lo riserva ai cartelli affissi in alcuni giardini della città: «Sembra una resa senza condizioni dell'amministrazione - ribadisce -, la dimostrazione plastica di come sia incapace di gestire anche le cose di tutti i giorni e i problemi irrisolti si aggravano anno dopo anno. Alcune zone come i parchi di Fontescodella o i Giardini Diaz, al di là delle iniziative meritevoli di alcune associazioni o degli stessi cittadini, siano ormai divenute aree off limits. È inaccettabile che esistano delle sacche della città in cui non poter mettere piede».
Andrea Mozzoni
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Corriere Adriatico