LA PROTESTA PESARO Alle 10 sotto l'arco di Santa Veneranda non c'è il traffico

LA PROTESTA PESARO Alle 10 sotto l'arco di Santa Veneranda non c'è il traffico
LA PROTESTAPESARO Alle 10 sotto l'arco di Santa Veneranda non c'è il traffico di pullman e navette diretti a Candele a Candelara del pomeriggio, ma il numero di auto che circola...

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LA PROTESTA
PESARO Alle 10 sotto l'arco di Santa Veneranda non c'è il traffico di pullman e navette diretti a Candele a Candelara del pomeriggio, ma il numero di auto che circola è comunque sostenuto. Passano, rallentano e osservano sul lato del marciapiede quelle persone con i cartelli in mano. A dare nell'occhio, è soprattutto lo striscione, che sta su con un filo che va dal semaforo al tronco del recinto della chiesa: «Aspettiamo da mezzo secolo, ora basta».

La pattuglia
Momenti della manifestazione dei residenti del quartiere. La mattina dell'Immacolata. Sono una sessantina, riuniti dal comitato Santa Veneranda per accendere l'attenzione sulla circonvallazione, mai vista da queste parti. «Saremo qui anche nelle prossime domeniche, fino a che non ci arriveranno risposte», dice Massimo Pagnoni, uno dei promotori del comitato Santa Veneranda che ha organizzato la rivolta. Gli uomini della Questura osservano i manifestanti e controllano l'orologio. L'autorizzazione scade alle 10.30. Loro rispettano le regole, non bloccano la strada, non si fermano dentro l'arco. L'attraversamento pedonale è, invece, consentito e allora gli abitanti si concedono alcune passeggiate da un lato all'altro della strada sulle zebre davanti alla parrocchia. Quanto basta per mandare un segnale.
Traffico rallentato sì in alcuni frangenti, ma niente che crei particolari disagi alla circolazione. In un tombino all'altezza delle strisce pedonali viene piazzato un cartello con la scritta «Basta promesse, vogliamo i fatti». Scatta il verde, l'autista del pullman che trasporta un gruppo di turisti non lo vede e parte. Un manifestante gli chiede di attendere per rimuovere la tavoletta, ma il pullman non riesce comunque a procedere. Dall'altro lato della strada sta scendendo un autobus di linea. Non c'è modo di procedere entrambi senza rischiare un contatto. E allora uno dei due si fa da parte e attende il passaggio dell'altro mezzo.
«E' quello che dicevamo, ciò che vogliamo far capire all'amministrazione comunale - dicono i manifestanti - in questa strada continuano a circolare mezzi pesanti, ma non ci sono le condizioni. Con la circonvallazione, pullman, autobus e tir non transiterebbero più sotto l'arco, soffocando il quartiere». Si va avanti, ci sono ancora dieci minuti prima che scada il tempo concesso dalla Questura. La signora Venerina non si muove dall'ingresso sud del tunnel. «Siamo al limite della sopportazione per smog e incolumità fisica» recita il cartello che mostra ad ogni passante. «Ci sentiamo abbandonati, il Comune si occupa del bocciodromo, della ruota panoramica, ma qua non si fa vedere per le nostre esigenze». Gianfranco Serafini ha un altro messaggio nel cartello che tiene in mano: «Tante promesse, altrettante bugie». E aggiunge: «Da 51 anni attendiamo questa strada, siamo stanchi di aspettare». Tra i manifestanti, c'è anche Alberto Nobili, ex consigliere di quartiere, che indossa un giubbotto fluorescente. E ancora Sergio Giacomini, Ugo Schiaratura, ex presidente di quartiere, tra i promotori dell'iniziativa.
Pronto il bis

Niente effetto pullman verso Candelara, e secondo qualche residente «saremmo stati anche di più nel pomeriggio » ma «la manifestazione è andata comunque bene, pacifica, come avevamo detto», commenta Schiaratura. Alle 10.30 la Questura fa notare ai manifestanti che il tempo è finito. Qualcuno continua a manifestare, si sposta qualche metro più in giù lungo via Bonini, ma senza creare problemi alla circolazione. Cala il sipario sulla rivolta, ma potrebbe essere rialzato molto presto. «In settimana ci incontreremo nuovamente e siamo pronti a scendere domenica prossima. E anche quelle successive».
Thomas Delbianco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico