L'EPIDEMIA ANCONA Anche ora che si può uscire liberamente, a patto di mantenere

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L'EPIDEMIAANCONA Anche ora che si può uscire liberamente, a patto di mantenere le distanze e usare precauzioni, una delle occasioni di contagio più ricorrenti è la convivenza...

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L'EPIDEMIA
ANCONA Anche ora che si può uscire liberamente, a patto di mantenere le distanze e usare precauzioni, una delle occasioni di contagio più ricorrenti è la convivenza sotto lo stesso tetto. Capita così che due dei tre nuovi positivi di ieri siano una coppia di fratellini adolescenti residenti in provincia di Pesaro Urbino. Il papà era risultato positivo al Covid-19 già a inizio maggio e tutta la famiglia si era messa in isolamento precauzionale, in attesa di tampone. I risultati del test hanno confermato l'infezione anche per i fratellini, che però non hanno sintomi rilevanti e ora si stanno curando in casa.

Niente ospedale
Anche il terzo caso di giornata riguarda un minorenne, sempre del Pesarese, un bambino con febbre e diarrea risultato positivo al test del Covid-19. Anche per lui comunque non è stato necessario il ricovero in ospedale ed è seguito in isolamento con una terapia a domicilio. Il contagio formato famiglia è uno dei versanti più monitorati dell'indagine epidemiologica condotta dai dipartimenti di Igiene e sanità pubblica dell'Asur Marche. A fine aprile, da un'indagine condotta dall'Osservatorio epidemiologico della Regione Marche sulla possibile origine di 749 casi positivi, era emerso che il 31% dei soggetti contagiati aveva almeno un altro positivo domiciliato allo stesso numero civico della stessa via della stessa città (dunque nella stessa abitazione o struttura residenziale) e nel 10,8% dei casi c'era almeno un altro malato con lo stesso cognome, quindi dello stesso nucleo familiare. Il 6,13% dei casi positivi arrivava da case di riposo, residenze protette, opere pie e Rsa. Adesso la situazione delle residenza per anziani è sotto controllo, anche se ogni tanto qualche tampone positivo di asintomatici spunta fuori, specie in occasione dei test obbligatori prima di un ricovero ospedaliero. I contagi domestici sono proseguiti anche a maggio. Dieci giorni fa ad esempio fa in un comune della Vallesina era stato trovato positivo al Covid-19 un ragazzino di 15 anni, asintomatico, figlio di un operatore sanitario che era risultato infetto da un precedente controllo.
Risparmiare tempo
Proprio per questo la Regione Marche, al fine di evitare perdite di tempo nel tracciamento di nuovi positivi e di contatti da isolare per impedire la trasmissione del virus, ha introdotto una nuova metodologia nella diagnosi con i tamponi: se si va in casa di un soggetto che segnala sintomi o altri possibili sospetti di contagio, in automatico si sottopongono a prova del tampone anche i familiari o conviventi che abitano con il caso sospetto. «Inutile che aspettiamo i risultati del primo tampone per poi tornare e fare il test agli altri - spiegavano all'unità di crisi della Regione Marche - si perdono solo giorni preziosi».
Proprio con questa nuova metodologia, il 29 maggio scorso, erano stati individuati come positivi, nonostante l'assenza di sintomi, due anziani coniugi di origine asiatica residenti nel Maceratese. Era lui il caso sospetto, ma il tampone in simultanea aveva fatto emergere subito la positività anche della moglie.
I nuovi casi positivi restano comunque contenuti. Ieri 3 su 624 primi tamponi (meno di un infetto ogni 200) a cui se ne aggiungono altri 292 del percorso guariti. Il totale nelle Marche è salito a 6.738, con un incremento giornaliero impercettibile (0,04%), inferiore alla media nazionale che ieri è stata dello 0.1%.

Lorenzo Sconocchini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico