IL SOCIOLOGO ANCONA Professor Francesco Orazi, docente di Sociologia dei processi

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IL SOCIOLOGO ANCONA Professor Francesco Orazi, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro all'Università Politecnica delle Marche: il rapporto sugli italiani nel...

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IL SOCIOLOGO
ANCONA Professor Francesco Orazi, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro all'Università Politecnica delle Marche: il rapporto sugli italiani nel Mondo elaborato da Migrantes dice che quasi mille anconetani se ne sono andati nel 2016.

«Sono dati molto aggregati, bisognerebbe individuare meglio la quota di capitale umano qualificato che va via per cercare fortuna altrove».
Quali sono i Paesi più attraenti?
«Londra, al di là della Brexit, continua ad accogliere tantissimi marchigiani per le mansioni più diversificate, dal lavapiatti al manager. Tira molto Berlino, ma sempre più ragazzi stanno scegliendo i Paesi scandinavi che mettono a disposizione occasioni di incontro che da noi mancano. Ma c'è un altro aspetto che mi incuriosisce».
Quale, professore?
«Il dato degli stranieri che stanno andando via dall'Italia. Gli immigrati, anche quelli che hanno acquisito la nostra cittadinanza, non trovano lavoro come prima. Fino al 2007 certi impieghi erano stati abbandonati dagli italiani: penso alla bassa manovalanza, all'assistenza agli anziani. Ma con la recessione prolungata, ora gli stranieri sono tornati competere con noi anche per queste occupazioni».
Il 31% degli anconetani che lasciano il capoluogo per trasferirsi all'estero hanno tra i 25 e i 34 anni. E' allarmante?
«In realtà, sono convinto che gran parte di questi giovani vadano via per fare un'esperienza di lavoro fuori o per imparare l'inglese. Ma indubbiamente c'è una quota sempre più consistente di cervelli che emigrano per rincorrere opportunità che la nostra città non offre».
Perché Ancona è così poco attrattiva?
«Non è un problema della città, ma della nazione intera. L'università italiana non è più in grado di inserire nel mondo del lavoro tutto ciò che produce: laureati, ricercatori, professori associati. Una quota importante di capitale umano che emigra è quello che opera nel mondo delle start-up e delle grandi innovazioni: da questo punto di vista, Ancona offre poco o nulla. E poi, parliamoci chiaro: se un giovane laureato deve stare anni a 500 euro al mese in azienda coma stagista, è naturale che preferisca tentare la carta dell'estero, anche solo per fare il lavapiatti a Londra e guadagnare il tanto che gli basta per sopravvivere e imparare l'inglese».
Dunque, il consiglio che darebbe ai giovani è di andar via dall'Italia?

«No, però riconosco che il nostro Paese è molto poco attrattivo e lo è diventato anche per gli stranieri. E' crollata la domanda di laureati e profili alti da parte del nostro sistema produttivo. Eppure in tutto il mondo il nostro dottorato è molto apprezzato: al Cern di Ginevra 6 ricercatori su 10 sono italiani».
s.r.
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Corriere Adriatico