Il risiko dei palazzi fantasma Missione recupero in 3 mosse

Il risiko dei palazzi fantasma Missione recupero in 3 mosse
IL DEGRADOANCONA Per anni e anni, da un minimo di 7 a un massimo di 25, ridotti a palazzi fantasma, vandalizzati dalle incursioni di teppisti e sbandati, usati come depositi di...

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IL DEGRADO
ANCONA Per anni e anni, da un minimo di 7 a un massimo di 25, ridotti a palazzi fantasma, vandalizzati dalle incursioni di teppisti e sbandati, usati come depositi di scatoloni e vecchie scrivanie, consumati da umidità e muffe, in un caso addirittura occupati da una comune di senza tetto che vivevano privi di allacci per luce, acqua e gas. Tre edifici pubblici del centro cittadino di Ancona, per un totale di quasi 9mila metri quadri, stanno per essere recuperati - è il caso dell'ex Ispia e della Casa del mutilato - o tornano comunque disponibili e vengono messi all'asta, come per l'immobile della Regione Marche di via Cialdini, liberato poco prima di Natale dopo 4 anni, 5 mesi e 2 settimane di occupazione abusiva da parte della Casa de Nialtri.

Si sbloccano una dietro l'altra, nel giro di poche settimane, le pratiche relative a tre degli immobili che da più lunga data attendono di essere restaurato e in qualche modo riutilizzati.
E due prospettive sembrano già concrete, mentre per l'ex Cialdini (parte di una palazzina da cinque piani, per un totale di circa 1.400 mq, dov'erano ospitate fino a 25 anni fa la Federazione del Pci, Radio Sibilla e la libreria Editori Riuniti ) il destino è ancora incerto: anche la seconda asta bandita la scorsa settimana dalla Regione Marche è andata infatti deserta e il 28 marzo alle ore 13 scadono i termini per le offerte del terzo e ultimo tentativo di vendita al migliore offerente, partendo da una base che con il secondo ribasso del 15% è scesa a 658.716,25 euro.
Le pareti sfondate
Potrebbe essere già disegnato invece il futuro dell'ex istituto Ipsia, l'immobile di circa 5.600 mq tra via Curtatone e via Montebello, vuoto ormai dal settembre 2012, quando l'istituto tecnico Onesti venne accorpato al Podesti e trasferito nella nuova sede di Passo Varano. Il Comune di Ancona, che l'aveva acquisito della Provincia ha offerto quel palazzone mal ridotto, tappezzato di scritte sulle facciate e con le pareti sfondate a calci, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, come sede dell'Archivio di Stato Ancona. L'amministrazione Mancinelli il 28 febbraio scorso ha risposto in extremis all'indagine di mercato avviata dal Mibac per trovare un immobile da prendere in affido per la nuova sede dell'Archivio di Stato. Il progetto prevede un intervento di ristrutturazione da 6,7 milioni per rendere l'ex scuola superiore adatta alla nuova funzione. Il canone di locazione annua a favore del Comune è stimato in 319.200 euro, ma la giunta ha proposto al Mibac anche una soluzione diversa, «per consentire all'Archivio di Stato di avere a disposizione un edificio completamente studiato per le proprie esigenze, e non gravare il bilancio comunale». L'accordo alternativo prevede che il Comune di Ancona ceda in affitto l'immobile nello stato in cui si trova, il Ministero provvede all'esecuzione dei lavori e tutte le spese saranno rendicontate al Comune di Ancona, che in cambio abbasserà il canone a 50.000 euro scomputando la differenza per 25 anni, fino a rimborsare i 6,7 milioni del restauro, che da cronoprogramma dovrebbe essere ultimato nel dicembre 2022.
I contatti con il Mibac
Il Comune ora aspetta notizie dal Mibac, per capire se la proposta è stata accolta. «Non so se oltre alla nostra ci sono state altre offerte - diceva ieri l'assessore comunale ai Lavori Pubblici Paolo Manarini -, ma di edifici con le caratteristiche richieste dal Mibac in città non ce ne erano molti. Presto contatteremo il ministero per capire se sono interessati e ovviamente confidiamo in un esito positivo».
È appena dell'altro ieri invece l'annuncio - dato in Consiglio Regionale dall'assessore al Patrimonio Fabrizio Cesetti - del possibile trasferimento di alcuni uffici dell'Asur nel Palazzo del Mutilato di corso Stamira. L'immobile è abbandonato dal 2007, quando il Consiglio regione trasferì uffici e biblioteca nel palazzo ex Ferrovie di piazza Cavour. Si tratta di un edificio costruito nel 1937 in stile littorio, per oltre mezzo secolo di proprietà dell'associazione Mutilati e invalidi di guerra, che la Regione Marche prese in affitto nel dicembre 1977 e poi acquistò nel marzo del 1991, per un importo di 1 miliardo e 800 milioni di lire.
Il piano delle alienazioni

Più volte la Regione ha inserito il palazzo (seminterrato, piano terra, tre piani e sottotetto per 1.750 mq) nel piano delle alienazioni, ma tutte le aste sono andate deserte, nonostante i ribassi che nel 2015 avevano fatto ridimensionato il valore da 2.826.000 euro a 2.420.000. Il palazzo nel frattempo è rimasto sbarrato, abbandonato al trascorrere del tempo e alle intemperie. Per questo la Regione, in vista di un riutilizzo come sede dell'Azienda sanitaria, ha stanziato 300 mila euro per la manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza dell'immobile di corso Stamira.
Lorenzo Sconocchini
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Corriere Adriatico