Idee che per ora non sono state messe in campo. «Non sono preoccupato afferma

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Idee che per ora non sono state messe in campo. «Non sono preoccupato afferma Valla spero solo che la vicenda capitata alla farmacia Dubbini, alla quale va tutta la mia solidarietà, non sia l'inizio di una lunga serie di violenze. Mi sento abbastanza tutelato, ma più controlli non guasterebbero perché comunque c'è sempre qualche soggetto che a volte può creare fastidio. Parlo dei mendicanti che chiedono denaro o dei tossici, quelli aggressivi che pretendono medicinali senza ricette. Qualche mese fa, uno tentò di sferrare un pugno a un mio dipendente che, per fortuna, riuscì a schivare».

Le telecamere
Non ha invece più parole Giuseppina D'Ippolito della tabaccheria Linda di corso Amendola: «In pochi anni abbiamo subito sei rapine, la situazione è impressionante. Quando si lavora bisogna avere gli occhi ovunque, perché c'è sempre qualcuno pronto a rubare o a tentare di ingannarti per racimolare qualche soldo. Noi commercianti della zona abbiamo paura, siamo diventati peggio delle banche. Quello accaduto a Dubbini non mi stupisce dato che qui è un disastro. Per questo, chiediamo più sicurezza e la presenza costante di qualche vigile urbano». Punta sulla necessità di rafforzare i sistemi di controllo è nche il gioielliere Bruno Fossatelli, membro del comitato dei commercianti di corso Amendola e vittima di un commando che nel 2004 assaltò il suo Gi.Bi Shop. «Prima dell'estate dice - il Comune aveva assicurato l'installazione di tre telecamere, uno all'inizio di corso Amendola, una in piazza don Minzoni e la terza alla fine del corso. Sono passati mesi, ma delle spycam nessuna traccia. E venerdì la nuova rapina ai danni della farmacia. Con quegli strumenti elettronici le forze dell'ordine avrebbero avuto degli elementi in più. Spero che ora si faccia qualcosa dopo tante promesse».
Federica Serfilippi
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Corriere Adriatico