«Errore la revoca del project ma adesso bisogna correre»

«Errore la revoca del project ma adesso bisogna correre»
L'INFRASTRUTTURAPESARO Sul nuovo ospedale di Pesaro auspicavano un po' tutti il proverbiale cambio di passo e l'annuncio arrivato ieri dalla Regione è stato un po' come passare...

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L'INFRASTRUTTURA
PESARO Sul nuovo ospedale di Pesaro auspicavano un po' tutti il proverbiale cambio di passo e l'annuncio arrivato ieri dalla Regione è stato un po' come passare da un lento al rock, non fosse altro per la velocità della conferenza stampa cronometrata, più o meno, in una decina di minuti dove si è condensato il Bignami degli ultimi 10 anni di dibattito amministrativo e politico che ha infiammato Pesaro: revoca (si aspettava solo l'ufficialità) del project financing della Renco e nemmeno due settimane di tempo per presentare proposte alternative per la realizzazione di un nuovo ospedale a Pesaro («13 giorni per l'individuazione»).

Velocità
Velocità è termine che piace (e molto) al sindaco Matteo Ricci che nell'ultimo anno sull'affaire nuovo ospedale ha dovuto mordere il freno assai, complice anche il cambio di schieramento politico in Regione che ha di fatto complicato il dialogo. E poi c'è quella soluzione trovata per uscire dall'impasse (o braccio di ferro) politica sulla scelta del sito, ovvero demandare la decisione finale al comitato di saggi, leggasi tecnici, espressione di Regione e Comune di Pesaro: che sembra un po' essere il classico uovo di Colombo. La responsabilità della decisione ultima spetterà a figure squisitamente tecniche, salvifico escamotage propedeutico per eventuali alibi da rimarcare nel caso, la scelta finale, non corrisponda ai desiderata di qualcuno. Nessun accenno ufficiale, ovviamente, sul luogo del futuro ospedale, che è poi il succo della partita politica che si è giocata in tutti questi mesi: il sito di Muraglia (Ricci) e quello di Case Bruciate (Baldelli), ma qualche indizio sparso qua e là potrebbe essere rivelatore di indicazioni che potrebbero non dispiacere al Comune di Pesaro. Anche perchè è vero che il sindaco Ricci ha replicato a stretto giro all'annuncio della Regione («Errore la revoca del project, ora non si perda altro tempo»), ma è una replica che non attacca, semmai rimarca quanto più volte detto dal primo cittadino in tutti questi mesi.
I fidatissimi
In più lo stesso primo cittadino con la replica pronta aveva già confezionato la terna dei suoi tecnici: il fidatissimo Franco Arceci, ex capo di gabinetto rimasto in servizio in modo gratuito dopo la pensione, l'ingegner Mauro Moretti, dirigente dello staff tecnico amministrativo, urbanistica, edilizia privata, ambiente e l'architetto Maurizio Severini il neo dirigente del Servizio nuove opere. In soldoni, quello di ieri, è stato un annuncio che pare non aver colto Ricci di sorpresa, preceduto da contatti per spianare il tracciato alle successive dichiarazioni sulla road map. «Grave errore la revoca del project, ora non si perda tempo nella realizzazione del nuovo progetto ridimensionato - ha puntualizzato - Lo abbiamo sempre sostenuto: questa scelta è sbagliata: a quest'ora avremmo avuto il cantiere in corso per la realizzazione di un nuovo ospedale, una grande struttura d'eccellenza per tutto il Nord della regione. Adesso però, non si perda altro tempo nella realizzazione del nuovo progetto ridimensionato. Adesso nomineremo subito al tavolo tecnico, istituito dalla Regione, Franco Arceci e i dirigenti comunali Moretti e Severini. Bisogna correre».
Le precondizioni

«La Regione e il presidente Acquaroli - ha chiosato Ricci - conoscono le precondizioni che il Comune di Pesaro ha posto: no alla messa in discussione dell'Azienda ospedaliera Marche Nord e no ad ulteriori perdite di tempo. L'ospedale nuovo deve esser fatto a Muraglia, con un progetto modulare che nel tempo possa essere ampliato, ma sempre seguendo la filosofia del costruire sul costruito non sprecando altro terreno. Speriamo davvero - conclude il primo cittadino - che dopo un anno si passi dalle parole ai fatti». Tra 13 giorni si saprà. E guai a essere scaramantici.
Simonetta Marfoglia
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Corriere Adriatico