Dyson mette nel mirino Tesla: il re degli aspirapolvere investe 2,3 mld di euro per produrre auto elettrica

Sir James Dyson fondatore della compagnia Dyson
LONDRA - Entro il 2020 il mercato automobilistico, e in particolare quello dei veicoli completamente elettrici, potrebbe arricchirsi di un nuovo e importante protagonista. La Casa...

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LONDRA - Entro il 2020 il mercato automobilistico, e in particolare quello dei veicoli completamente elettrici, potrebbe arricchirsi di un nuovo e importante protagonista. La Casa britannica Dyson - ben nota nel settore degli aspirapolvere, non solo per la raffinata tecnologia a ciclone ma anche per il design innovativo e assolutamente personale - ha infatti annunciato, per voce del suo fondatore e proprietario Sir James Dyson, di aver varato un programma del valore di 2 miliardi di sterline (poco meno di 2,3 miliardi di euro) per entrare in competizione con il Gruppo Volkwsagen, con Daimler e con Tesla nel mercato delle vetture 100% elettriche di gamma medio-alta.


Il punto forte di questo programma - si legge in un report di Bloomberg - è rappresentato dalla tecnologia di queste auto, previste per il debutto entro 4 anni: mentre tutte le Case automobilistiche “tradizionali” utilizzano batterie agli ioni di litio, Dyson sfrutterà per questa iniziativa parallela al main business (che oggi fattura 2,5 miliardi di sterline) la sua competenza e capacità di sviluppo e produzione nell’ambito delle batterie allo stato solido. Questa tecnologia, su cui sta lavorando anche Toyota, promette di aumentare l’efficienza energetica, di ridurre ingombri e pesi, di migliorare la gestione della ricarica e, infine, di creare meno problemi per il riciclo a fine vita. Già nell’ottobre del 2015 - in funzione dello sviluppo dei suoi elettrodomestici senza filo - Dyson aveva investito 90 milioni di dollari nella startup Sakti3, con sede ad Ann Arbor nel Michigan, impegnata appunto nel settore delle batterie allo stato solido, ma questa attività è stata recentemente abbandonata per problemi di proprietà dei brevetti.


L’attività di progettazione e di sviluppo nel settore delle quattro ruote occuperà una nuova “ala” della sede situata nell’Hullavington Airfield, una ex base della Royal Air Force nel Wiltshire, England, mentre la produzione della nuova auto elettrica “ciclonica” - definizione che calza alla perfezione visto il brevetto che ha fatto la fortuna del baronetto ora 69 enne - in grado di spazzar via molti possibili rivali - dovrebbe essere localizzata in Asia: Singapore, Malaysia o Filippine. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico