Cisitalia, per celebrare i 70 anni del mitico marchio uno spettacolare raduno sull’Adriatico

La Cisitalia 202 esposta a MoMa di New York
Ci sono auto che hanno scritto la storia (dell’industria, del design, della tecnica, delle corse) scomparse dalla scena e tuttavia capaci di conservare intatte la forza e il...

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Ci sono auto che hanno scritto la storia (dell’industria, del design, della tecnica, delle corse) scomparse dalla scena e tuttavia capaci di conservare intatte la forza e il prestigio del marchio. Tra queste spicca la Cisitalia, casa fondata da Piero Dusio, imprenditore e pilota ricordato anche per essere stato negli anni 40 presidente della Juventus. La prima Cisitalia, la mitica 202 del 1947, è universalmente riconosciuta come un capolavoro di stile, tanto da essersi meritata un posto di riguardo al MoMa, il museo d’arte moderna di New York, come massimo esempio di design automobilistico. Un riconoscimento prestigioso, ma la storia di questo marchio è fatta anche di grandi prestazioni sportive, come la vittoria sfiorata da Nuvolari nella Mille Miglia del ’47, con la 202 Spyder.


Prima auto con telaio tubolare, la Cisitalia fu presentata al pubblico nel settembre del 1947 con la carrozzeria coupé realizzata da Pinin Farina, il quale modificò leggermente, soprattutto nel padiglione e nella coda, la splendida berlinetta progettata e disegnata dall’ingegnere Giovanni Savonuzzi. Allo sviluppo tecnico lavorò inizialmente anche Dante Giacosa, il padre della Topolino, della 600, della 500 e di tante altre Fiat di grande successo. Insomma, il meglio della storia dell’auto italiana.

Per celebrare i 70 anni di questo marchio di straordinaria importanza storica, si svolgerà sulla costa adriatica, dall’1 al 3 settembre, un raduno internazionale. Ancora non definito il numero di partecipanti, ma sicuramente ci sarà una significativa rappresentanza delle 200 Cisitalia superstiti, sparse nel mondo e affidate alle cure di amorevoli collezionisti.

Si partirà da Ferrara, città natale di Savonuzzi, dove sarà apposta una targa commemorativa in ricordo della straordinaria attività del progettista. La carovana giungerà poi a Cervia/Milano Marittima, dove le auto verranno esposte al pubblico per due sere. Nell’occasione si terranno anche due conferenze, con la partecipazione dei discendenti dei protagonisti di quella splendida avventura, a cominciare dalla figlia di Savonuzzi, Alberta, e di altre figure legate allo storico marchio come Nino Balestra, Sergio Lugo, Alessandro Scagliarini, Mario Simoni. Si parlerà del passato, naturalmente, ma non si escludono sorprese legate al presente e ad un ipotetico futuro del marchio.

La carovana farà tappa anche a Savignano del Rubicone, dove si trova l’officina di Delio Galassi, che in oltre cinquant’anni ha restaurato e fatto rivivere decine di Cisitalia provenienti da tutto il mondo, spesso riproducendo pezzi altrimenti introvabili. Passaggio obbligato anche a Gambettola, “Città della Mille Miglia”, dove si svolgerà anche la cerimonia di premiazione delle vetture più ammirate e apprezzate dal pubblico e dagli stessi partecipanti. Nei piani degli organizzatori anche la visita e l’omaggio, nella sua casa di Coriano, a Guido Scagliarini, protagonista di decine di corse e vittorie con la Cisitalia (e con l’Abarth), ma l’età avanzata (103 anni) e le condizioni di salute dell’unico pilota al mondo che può ancora dire “ho battuto Nuvolari” sembrano però un ostacolo insormontabile che costringerà, con ogni probabilità, a rinunciare al tributo.

Il raduno delle Cisitalia va accolto con attenzione e rispetto. Perché offre l’occasione di approfondire il ruolo di una eccellenza italiana coraggiosamente “scesa in campo” negli stessi anni in cui nasceva la Ferrrari. La piccola azienda – vale la pena sottolinearlo - seppe conquistare in pochi mesi un prestigio e una fama che poche case automobilistiche hanno mai potuto vantare: le vittorie nei circuiti cittadini di tutta Italia si susseguivano, mentre la 202 conquistava un successo superiore a ogni previsione e diveniva l’ambita vettura di personaggi come Roberto Rossellini, Carlo Ponti, il principe Ranieri di Monaco, e persino di Henry Ford II. Alla 202 seguirono poi altri modelli, come la piccola spider 204, la 808 XF con meccanica Ford e la meno raffinata 303.

Il successo durò poco, però. Come racconta Mario Simoni, uno dei curatori del raduno, “dopo poco più di due anni la piccola casa automobilistica venne travolta da una crisi irrisolvibile, dovuta al folle progetto di realizzare la monoposto da Grand Prix più potente, veloce, raffinata mai costruita, la 360, progettata dalla Porsche, allora poco più di un semplice centro di progettazione”. Quell’auto aveva la trazione integrale e un motore sovralimentato da 400 cv. Ma non ebbe alcun seguito.

Dalla Cisitalia ha avuto però origine un altro marchio prestigioso, tuttora presente sulla scena. E’ quello dell’Abarth, il cui fondatore, Carlo Abarth, venne assunto infatti dalla Cisitalia nel 1947 per sviluppare il progetto della Grand Prix e pochi anni dopo iniziò la sua carriera di costruttore rilevando le auto da corsa prodotte dalla Casa fondata da Dusio e avviando la commercializzazione delle famose marmitte Abarth, già progettate dalla Cisitalia.

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Corriere Adriatico