24 Ore di Le Mans, sarà carbon neutral entro fine decennio con la strategia Race to 2030

La 24 Ore di Le Mans diventerà carbon neutral nel 2030. Il pubblico pesa per quasi il 65% sull'intera impronta di CO2 della gara
La 24 Ore di Le Mans sarà carbonio-neutrale entro il 2030. Lo ha annunciato in occasione di una conferenza stampa Pierre Fillon nel corso della quale il presidente...

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La 24 Ore di Le Mans sarà carbonio-neutrale entro il 2030. Lo ha annunciato in occasione di una conferenza stampa Pierre Fillon nel corso della quale il presidente dell’Automobile Club de l’Ouest (ACO), che dal 1923 si occupa di organizzare la corsa di durata più famosa al mondo, ha illustrato la strategia di sostenibilità CSR (Corporate Social Rsponsibility) denominata Race to 2030 e già presentata nel 2021.

L’ACO prevede di annullare la propria impronta di CO2 entro la fine del decennio attraverso una riduzione del 30% delle emissioni ed il restante 70% con le compensazioni. In questo modo l’ente francese si allinea alla politica generale della FIA per il motorsport e prosegue la propria tradizione di innovazione testimoniata, ad esempio, dal fatto che dal 2019 provvede a misurare l’impronta di CO2 della 24 Ore di Le Mans valutata in 36.000 tonnellate.

Tali valori sono sicuramente migliorati considerando che dall’edizione di quest’anno le vetture hanno utilizzato biocarburante al 100% e i regolamenti hanno ridotto la quantità di pneumatici a disposizione per ogni vettura riducendo dal 2,5% all’1,4% la quota di queste due fonti sul totale delle emissioni. Margini di miglioramento ulteriori sono possibili per gli pneumatici. Ad esempio, Michelin sta sviluppando una gomma costruita per il 53% da materiali di origine biologica.

La casa di Clermont-Ferrand li sta testando sul prototipo H24 ad idrogeno con il quale l’ACO dal 2019 sta mettendo a punto i regolamenti tecnici che nel 2025 permetteranno di schierare in corsa vetture in grado di competere per la vittoria finale. L’Automobile Club de l’Ouest conta molto sul contributo dell’idrogeno per le attività di compensazione e già quest’anno lo ha utilizzato per alimentare il villaggio della corsa mentre gli organizzatori utilizzano una Toyota Mirai per gli spostamenti.

L’ACO ha anche valutato con esattezza l’impatto di ogni fattore sull’impronta di CO2 e solo il 21,7% è dovuto ai team e alle vetture, il 9,3% a fornitori, media e volontari, il 4,6% a circuito ed organizzatore mentre il grosso (64,4%) è imputabile agli spettatori. Tra le iniziative per incidere su quest’ultima area, l’ACO ha avviato diverse iniziative tra cui il green ticket con il quale si incentivano gli spettatori che per andare a vedere la corsa utilizzano veicoli a basso impatto ambientale o i mezzi pubblici.

Ulteriori iniziative riguardano anche i servizi di catering attraverso certificazioni ISO, utilizzo di materiali riciclabili e biocompatibili e persino il merchandising. La strategia CSR prevede attività di compensazione per 25.000 tonnellate di CO2 e altre iniziative di economia circolare, beneficienza ed inclusione. Per quanto riguarda la corsa come tale, la 24 Ore di Le Mans, per la sua stessa natura di corsa di durata, ha da sempre incentivato la diminuzione di consumi ed emissioni, ancora di più attraverso i suoi regolamenti.

Basti pensare che i consumi dell’Audi sono calati da 2006 al 2016 del 46,4%, anche grazie all’adozione dell’ibrido nel 2012 mentre la Toyota dal 2012 al 2019 ha visto i consumi scendere del 35% con il miglior tempo sul giro passato da 3’27” a 3’17”. L’ACO dal 2021 infine ha istituito il SER Prize (Social and Environmental Responsibility) che è stato assegnato dapprima al team WRT e quest’anno alla AF Corse, team satellite con la quale Ferrari ha vinto praticamene tutto nelle corse di durata nella categorie GT.

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Corriere Adriatico