Altro che modello, alle Marche solo un sottosegretario: Albano all'Economia. Nel Conte II e governo Draghi avevano 2 rappresentanti

Altro che modello, alle Marche va solo un sottosegretario: Albano all'Economia. Nel Conte II e governo Draghi avevano 2 rappresentanti
ANCONA Doveva essere il governo della svolta per le Marche, da sempre Cenerentola d’Italia quando si parla di peso politico nelle stanze dei bottoni. La regione...

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ANCONA Doveva essere il governo della svolta per le Marche, da sempre Cenerentola d’Italia quando si parla di peso politico nelle stanze dei bottoni. La regione «modello» di buona amministrazione del centrodestra - come l’aveva definita la premier Giorgia Meloni aprendo la campagna elettorale da Ancona lo scorso agosto - questa volta aveva sperato davvero di poter ambire a ruoli di spicco in un esecutivo che ha lo stesso colore di quello che guida Palazzo Raffaello. Invece ieri è arrivata la doccia fredda: nella lista ufficiale dei membri del sottogoverno otteniamo un solo scranno.  


La casella ottenuta


Quello della sottosegreteria al Ministero dell’Economia - dicastero guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti - andato alla deputata di Fratelli d’Italia Lucia Albano. Classe 1965, di San Benedetto del Tronto, è entrata in Parlamento per la prima volta nel 2020, sostituendo alla Camera Francesco Acquaroli nel frattempo diventato governatore. Candidata come capolista alla Camera nelle Politiche del 25 settembre, è stata rieletta ed ora entra nella squadra di governo, senza aver ricoperto neanche una carica di prestigio a livello regionale. Posizionandosi in uno dei ministeri più importanti, questo va detto. Ma non basta a lenire lo schiaffo in faccia ricevuto dalle Marche anche in questa occasione. Quando l’elenco dei nomi è rimbalzato da Roma ad Ancona, il malumore è diventato palpabile nel territorio ed ai più fini osservatori non è sfuggito come nessuno dei tre ormai ex assessori - espressione di quel «modello Marche» plaudito da Meloni - abbia ottenuto un posto di governo. Ma se Mirco Carloni e Giorgia Latini, battendo bandiera leghista, partivano da una posizione di svantaggio, Guido Castelli, esponente di Fratelli d’Italia, avrebbe dovuto essere piazzato meglio in questo percorso. Vero è che, essendo stato eletto in Senato - dove i numeri della maggioranza sono più risicati - il margine di manovra era poco perché è consuetudine che i sottosegretari (come ministri e vice) non partecipino alle votazioni e c’era il rischio di andare sotto. Ma a questo punto viene da chiedersi se la scelta del ramo del Parlamento in cui farlo candidare non sia stata premeditata.

 
I precedenti


Al netto delle dietrologie, restano i fatti: negli ultimi due governi - Conte II e Draghi - avevamo ottenuto due sottosegretari ogni volta. Nel primo caso si trattava di Alessia Morani (PD), sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico, e Francesca Puglisi (PD), sottosegretaria al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, entrambe dalla provincia di Pesaro. Nel governo Draghi, invece, siamo stati rappresentati dalla fanese Rossella Accoto (M5S), sottosegretaria al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e dalla jesina Valentina Vezzali (FI), sottosegretaria allo Sport. Al poker di quote rose si aggiunge ora, in solitaria, Lucia Albano, a cui sono andate le congratulazioni dei Fratelli d’Italia made in Marche e del governatore Francesco Acquaroli, che in un post sul suo profilo Facebook estende gli auguri all’ex commissario di FdI Marche Emanuele Prisco (umbro) ed al bolognese Galeazzo Bignami, scelto come viceministro alle Infrastrutture. «Con l’onorevole Bignami, sposato con una ragazza di Senigallia e dunque marchigiano di adozione - scrive Acquaroli - avevamo deciso di vederci per parlare delle emergenze legate alla calamità dello scorso 15 settembre, ma oggi (ieri, ndr) abbiamo subito colto l’occasione per fare un punto rispetto al deficit infrastrutturale delle Marche e della dorsale adriatica». Nel mentre, Bignami finiva - di nuovo - nella bufera per una foto del 2005 in camicia nera, con al braccio la fascia delle SS. Un’immagine molto vecchia, scattata nella goliardica notte dell’addio al celibato. Ma di certo non un buon biglietto da visita.
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Corriere Adriatico