OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
La Capitale italiana della cultura 2024 ha già un primo vincitore: Matteo Ricci. Fuori concorso il presidente Sergio Mattarella - per lui standing ovation e 8mila spettatori - l’intervento del sindaco di Pesaro è stato coinvolgente, stratificato e politico, nell’accezione più nobile del termine. L’esito non era scontato perchè il primo cittadino aveva il compito di aprire la filiera degli interventi istituzionali introdotto dal mattatore Paolo Bonolis (passato da Madre Natura alla Natura della Cultura) in una Vitrifrigo gremita e dove tensione ed emozione possono nascondere quei trabocchetti in cui oggi sguazzano i social.
Oratore rodato
Un piccolo sbaglio, anche veniale, e vieni impallinato da chi non aspetta altro. Ma Ricci ha esordito da oratore rodato. Ha parlato di cultura e pace, di sostenibilità e bellezza, di comunità e orgoglio. Un discorso che ha volato alto, spingendo chi lo ascolta ad andare al di là della pur sontuosa vetrina inaugurale, perchè sotto sotto l’interrogativo è sempre lo stesso: finiti i 10 anni da sindaco che farà Ricci che sta girando mezza Italia (e mezzi studi televisivi) con il suo libro “Pane e politica”?Che fa sindaco, si lancia? L’Europa l’attende a braccia aperte con l’imprimatur dell’ovazione Capitale? «Mi lancio verso questa bella e piena platea» scherza, poi stoppa: «Oggi è la festa di Pesaro e del presidente Mattarella.
La narrazione
« Lo racconteremo - ha spiegato - anche attraverso la sfida tecnologica dell’intelligenza artificiale che apre grandi opportunità. Rilanceremo la cultura della pace. La guerra è intorno a noi, e non possiamo rassegnarci ad essa. Per questo abbiamo scelto come simbolo una foglia di gingko biloba, l’albero sopravvissuto a Hiroshima, e dedicato la vittoria a Kharkiv sotto le bombe russe. A Kharkiv aggiungiamo Rafah, nella Striscia di Gaza, gemellata con Pesaro, nella quale stanno avvenendo cose atroci». E a proposito di atrocità e sopravvissuti ieri la senatrice Liliana Segre, legatissima a Pesaro, non ha potuto essere presente ma ha inviato una lettera spiegando il suo rapporto «a doppia elica e indissolubile» e concludendo con un «ad maiora città mia».
Leggi l'articolo completo suCorriere Adriatico