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ANCONA Per dire che clima sereno si respira nei Palazzi della Regione. Non bastano gli stracci che stanno volando tra i partiti di maggioranza dopo il blitz della Lega per il rimpasto della giunta. Ora ci si mettono anche vandali ignoti - benché fondati sospetti circolino già tra i corridoi - a gettare benzina sul fuoco. Nel caos imperante da giorni, si è inserita ieri anche una scena da Far West. La porta dell’ufficio del capogruppo dem Maurizio Mangialardi a Palazzo delle Marche è stata sfondata «a calci e pugni», denuncia il diretto interessato.
I contorni da definire
Il set è quello di Palazzo delle Marche, sede degli uffici dei consiglieri regionali. Nello specifico, il piano di quelli riservati ai partiti di opposizione, dove è dovuto intervenire anche il servizio di guardia per cercare di definire la dinamica dell’accaduto.
La richiesta
Tra le chat dei partiti e non solo è partito il tam tam per cercare di tracciare l’identikit dell’aggressore di porte. E benché il capogruppo dica che non sia ancora chiaro «se i protagonisti di questo atto vandalico provengano da fuori o siano interni al palazzo», l’ago della bilancia pende più sulla seconda ipotesi. «Si tratta di un episodio davvero inquietante. Non sono disposto a passarci sopra - sottolinea - mi aspetto che venga fatta luce sull’accaduto e che tutti i gruppi, così come la struttura dirigenziale, collaborino a questo obiettivo». Anche per «non avvelenare ulteriormente il clima politico che si respira in questi giorni a causa di certe manovre trasformiste in Consiglio». Il riferimento è al cambio di casacca di Luca Santarelli (Rinasci Marche) e Simona Lupini (ex M5S), passati, almeno a parole, nella squadra della Lega. Al momento, tuttavia, non avrebbero messo in piedi alcun atto formale per rendere il trasloco ufficiale in Consiglio regionale. Passaggio chiesto a più riprese proprio dal Pd.
I messaggi di sostegno
Nell’attesa che l’assurda vicenda assuma contorni più precisi, a Mangialardi sono arrivati messaggi di solidarietà dai colleghi consiglieri, a partire dal presidente Latini. «Non mancherò - fa sapere - di far disporre tutti gli accertamenti del caso per individuare i responsabili di questo increscioso episodio, che desta ulteriore preoccupazione considerato che si è verificato nell’ambito della sede istituzionale. Auspico di poter fornire quanto prima risposte per mettere in atto le conseguenti azioni da intraprendere». Tra i partiti, i primi ad esprimere solidarietà sono i consiglieri del gruppo della Lega, seguiti da quelli di FI. In un contesto surreale in generale, ci mancava solo il coup de théâtre vandalico. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico