Sandro Assenti, imprenditore e presidente Confesercenti Marche: il Reddito di cittadinanza ha centrato gli obiettivi per cui è stato introdotto? ...
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«Dal mio punto di vista no. Non è servito a creare quella forza lavoro derivante dal ricollocamento delle persone che ne hanno fatto richiesta. È stato introdotto al grido di «abbiamo eliminato la povertà». Ma non è stato per nulla propedeutico al reinserimento nel mondo del lavoro».
Cos’è andato storto?
«Chi percepisce il Reddito preferisce mantenere quella forma di sostegno, piuttosto che rimettersi in gioco. E questo è un effetto che si è accentuato con la pandemia».
In che senso?
«Durante i lunghi periodi di lockdown molte persone, soprattutto chi prima lavorava in settori particolarmente impegnativi, ha riscoperto una certa qualità della vita e tempi meno frenetici. Quindi ha preferito abbandonare l’ambito lavorativo di provenienza».
Che cosa si sarebbe dovuto fare, se non istituire il Reddito di cittadinanza?
«Si sarebbero dovute creare condizioni migliori per una maggiore produttività».
Tradotto?
«Alleggerire il costo del lavoro, incentivare lo sviluppo dell’imprenditoria agendo sul cuneo fiscale. Ciò metterebbe in circolo parecchi milioni di euro che potrebbero essere sfruttati e indirizzati al mondo delle imprese».
Quali settori produttivi stanno soffrendo di più la mancanza di manodopera?
«Mi arrivano brutti segnali da tutti i comparti: mancano manovali, operai. Mancano molte figure nel settore dell’accoglienza e da imprenditore del settore turistico ne so qualcosa».
Si dice che la colpa siano delle paghe troppo basse. È d’accordo?
«Assolutamente no. Nel mio settore c’è anche chi è disposto a dare stipendi più alti della media, ma non si trova nessuno che voglia venire a lavorare perché i weekend sono tutti impegnati e si lavora giorno e sera».
Come se ne esce?
«Purtroppo non se ne esce, almeno nel breve periodo. Molti titolari di attività si sono rimboccati le maniche e sono tornati a lavorare in sala. Altrimenti si stanno riaffacciando gli over50, persone che hanno bisogno di uno stipendio e sono disposti a rimettersi in gioco facendo non pochi sacrifici».
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Corriere Adriatico