Moncaro, via il presidente Marchetti (dentro la vice Manetti), da ottobre fornitori a secco. E i dipendenti se ne vanno

Cda infuocato (con intervento dei Carabinieri), nel bilancio 33 milioni di fatturato ma 20 di debiti con le banche

Moncaro, via il presidente da ottobre fornitori a secco. E i dipendenti se ne vanno
JESI Benché la sua conferma fosse fresca di qualche settimana, alla guida di Moncaro, la più grande cooperativa vitivinicola delle Marche, non sarà più...

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JESI Benché la sua conferma fosse fresca di qualche settimana, alla guida di Moncaro, la più grande cooperativa vitivinicola delle Marche, non sarà più lo storico presidente Doriano Marchetti, che dovrà cedere il passo alla sua vice Donatella Manetti. A destare stupore, è il turbolento ribaltone al termine di un Cda infuocato (che stando ad indiscrezioni affidabili solo l’intervento dei carabinieri avrebbe placato) e il silenzio sui motivi. Ed è questo silenzio che preoccupa il mondo vitivinicolo marchigiano, visto che la coop Terre Cortesi Moncaro, fondata nel 1964, è una realtà grande 10 milioni di bottiglie, presente in ben 40 paesi che esporta il 26,8% della sua produzione. 

 


La classifica


La cooperativa, classificata al 63° posto nella top delle 117 cantine italiane, assorbe l’uva di ben 800 soci, è proprietaria di 115 ettari a cui si sommano altri 100 in affitto di soci che hanno scelto di affidargli le loro terre che sono gestite dalla “Cooperativa Agricola Moderna”, il vero braccio operativo. Un’azienda, forte di 38 dipendenti che, purtroppo, vantano diversi mesi di stipendio arretrati. Una situazione che da anni si verificava, ma che si era sempre risolta in tempi ragionevoli. Non quest’anno, però. 


Problemi di risorse


Dallo scorso mese di ottobre, non è più riuscita a pagare i suoi fornitori e soprattutto i suoi lavoratori che minacciano di non svolgere i lavori di cura dei filoni e di potature sulle vite. Operazioni che non possono essere posticipate determinanti per la vendemmia 2024: già è noto che in diversi hanno preferito licenziarsi. Una perdita secca di mano d’opera ultra-specializzata che non sarà facile rimpiazzare. L’incognita sulle future strategie del nuovo Cda desta ulteriore preoccupazione. Ogni decisione firmata Moncaro ha un effetto moltiplicatore sul mondo del vino marchigiano. Solo per il Verdicchio dei Castelli di Jesi, la cooperativa rappresenta oltre la metà del volume complessivo della Doc. Un ribaltone, comunque, che attira l’attenzione sui numeri dell’ultimo bilancio 2023 approvato all’unanimità dall’assemblea Moncaro il 13 gennaio scorso: 33 milioni di fatturato; 39 milioni il valore di produzione: 26 milioni il capitale netto con una riserva di rivalutazione del marchio Moncaro di quasi 8 milioni e debiti verso le banche pari a 19,5 milioni di euro. E poi l’acquisto della cantina di Villa Medoro in Abruzzo per 8,75 milioni di euro dalla controllata Terre d’Abruzzo srl costituita l’8 giugno 2022 con un capitale iniziale di 10 mila euro poi aumentato a 1,25 milioni di euro. L’anno dopo, si legge che il bilancio prende atto il 27 maggio 2023 di un ulteriore aumento di capitale sottoscritto e versato da un socio finanziatore abruzzese, l’ex proprietaria della cantina, che nel Cda della scorsa settimana è risultata molto indispettita dalla gestione della Moncaro.


Doc Montepulciano


Un’operazione improntata sulla Doc Montepulciano con un intervento finanziario Ismea di 2,4 milioni, sotto forma di strumento finanziario partecipativo. Importo che per l'Ismea, mirava a sostenere - unitamente a risorse finanziarie private - lo sviluppo della cooperativa attraverso accordi di partnership finalizzati ad ampliare la gamma di vini prodotti e commercializzati, introducendo nuove produzioni di qualità già riconosciute e apprezzate dal mercato, tra cui i vini di Sicilia e appunto d’Abruzzo. 

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Corriere Adriatico