Migranti ad Ancona, il sindaco Mancinelli: «Giochi politici? Chiedetelo alla Meloni. Criterio logistico non chiarissimo»

ANCONA «Giochi politici? Chissà. Ognuno è adulto e può valutare. Certo non è chiarissimo il criterio logistico. La scelta di Ancona forse...

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ANCONA «Giochi politici? Chissà. Ognuno è adulto e può valutare. Certo non è chiarissimo il criterio logistico. La scelta di Ancona forse è un modo per alleggerire l’attività dei porti del sud. Forse. Ma bisognerebbe chiederlo alla Meloni». Non vuole entrare in quello che lei stessa definisce “il teatrino della politica”, ma alla fine dei conti ne è stata risucchiata anche Valeria Mancinelli, sindaco di una delle città amministrate dal centro-sinistra scelte dal Governo per ospitare le navi cariche di disperati strappati al mare.

«Le polemiche non mi appassionano» diceva ieri, mentre un freddo pungente piombava sulla banchina 22 allestita ad hub per l’arrivo dei 37 migranti della Ocean Viking. «Coincidenze? È probabile che ci siano delle sfumature particolari, ma c’è un altro ragionamento da fare che riguarda l’opportunità della scelta di Ancona in relazione alle condizioni del mare e di chi deve essere soccorso. Io comunque non entro nel merito della questione perché ho un altro ruolo, quello di sindaco, e sono impegnata anche per queste persone e per garantire loro il massimo sostegno». Che la città di Ancona, con tutto il suo apparato istituzionale, non ha fatto mancare. E la risposta è stata all’altezza delle aspettative.  


Nessuna sorpresa 


«Ma non mi sorprende – ha detto la Mancinelli – e non avevo dubbi. L’arrivo di queste imbarcazioni è un fatto straordinario, ma non è la prima volta arrivano migranti che chiedono asilo ad Ancona. Da anni nella città sono presenti strutture di accoglienza che attualmente offrono ospitalità a circa 400 persone, tra cui 67 minori. Per quanto straordinario, questo evento è stato gestito molto bene dalle autorità preposte, dal ministero degli Interni e dalla Prefettura che ha fatto un grande lavoro. D’altronde, già parte delle persone sbarcate a Livorno qualche settimana fa erano state destinate a centri d’accoglienza della nostra provincia». Un’assistenza a tutto tondo, garantita anche dai servizi sociali del Comune che, ha ribadito il sindaco, «sono stati presenti al momento dello sbarco per la presa in carico dei minori e per altre situazioni particolari. Vicende come queste – ha aggiunto – suscitano apprensione, ansia, preoccupazione e partecipazione emotiva, se pensiamo che su queste navi ci sono ragazzi di 14, 15 e 16 anni che hanno affrontato da soli un viaggio drammatico. Per il porto di Ancona questo evento non ha rappresentato una particolare criticità. Semmai - la riflessione del sindaco - è l’intero sistema di accoglienza nazionale che presenta criticità, le presentava con i precedenti governi e le presenta anche con quello attuale. Il tema va affrontato nelle sedi istituzionali, evitando di usarlo per propaganda a buon mercato, a cui noi non ci presteremo». 

Il parere opposto


Di parere opposto - come il colore politico - l’assessore regionale alla Protezione civile, Stefano Aguzzi. «La scelta di Ancona rientra, a mio avviso, in una strategia per disimpegnare i porti del sud del Paese, da troppi anni sotto stress - sostiene -. È necessaria una presa di coscienza e di responsabilità in maniera più diffusa, purché ci sia una redistribuzione dei migranti monitorata e ben seguita».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico