La sfida della mobilità elettrica, in pole position le Marche: ecco con quali grandi marchi

La sfida della mobilità elettrica, in pole position le Marche: ecco con quali grandi marchi
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ANCONA -  Nonostante l’annunciato “no” dell’Italia al divieto, a partire del 2035, di vendere veicoli nuovi a benzina o diesel, la mobilità sta cambiando e, di conseguenza, anche il settore dell’automotive. Una sfida impegnativa che non preoccupa più di tanto alcune aziende marchigiane che, da tempo, si sono posizionate fino a essere un punto di riferimento per il settore. Come Tech-Pol di Morro d’Alba, leader mondiale per la trasformazione dei polimeri, insomma della plastica, che produce componenti per i motori endotermici delle principale case automobilistiche ed è già più che pronta per il mercato dell’elettrico. Realizza componenti leggeri ma resistenti quanto il metallo, personalizzati e differenziabili. 

 

I robot 


«Già dal ’85 - spiega l’ad Alessandra Romagnoli - usiamo lo stampaggio a iniezione con presse che dialogano con robot antropomorfi ma anche saldature a ultrasuoni, vibrazioni, infrarossi. Dal 2019, ci siamo concentrati su prodotti specifici, filtri e sistemi innovati per la e-mobility che sviluppiamo in collaborazione con le case». 


Anticipare l’innovazione tecnologica per offrire soluzioni su misura è nel Dna di Lam srl, azienda con la sede storica commerciale a Torino, operativa a Fano e una distaccata a Shanghai. «Nel 2018 - interviene l’amministratore Teresa Mancini - abbiamo identificato che la Cina era il mercato più avanzato sull’elettrico dove, di fatto, siamo presenti. Per il momento, lavoriamo nei due settori: sia nella fornitura di linee per l’assemblaggio di componenti del motore a scoppio, sia della nuova componentistica della vettura elettrica. La sfida per noi è stata di aver deliberatamente investito per ampliare le nostre conoscenze tecniche e tecnologiche e di aver reperito sul mercato risorse umane e profili specializzati». 


Le energie 


 

Federico Vitali, fondatore a Monterubbiano di Faam, vicepresidente Fib Spa del gruppo Seri industrial, 14 stabilimenti, avverte: «È normale che le aziende si preoccupino per la transizione ma solo se la declinano esclusivamente in termini di mobilità elettrica». Un paradosso per l’unica azienda in Italia specializzata nella produzione di batterie ad alta efficienza energetica sia al piombo acido sia al litio. «La transizione - incalza - riguarda tutte le attività legate alle energie rinnovabili come lo storage per le reti elettriche, per le case, per la mobilità industriale e offre molte opportunità. Cito solo sistemi di accumulo diffusi che rendono la rete intelligente ed equilibrata». Il gruppo investendo 70 milioni di euro in un progetto approvato e finanziato dall’Unione europea (418 milioni) in Campania ha trasformato Teverola (ex Indesit) nella prima gigafactory italiana di batterie al litio (330 Mwh all’anno) e sono in corso lavori per realizzare una seconda linea produttiva da 8,5 GWh all’anno. 

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Corriere Adriatico