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ANCONA - Non si arresta l’impennata dei prezzi delle materie prime destinate alle produzioni zootecniche iniziata lo scorso anno, che sta mettendo alla prova molte attività, compreso l’allevamento. Uno scenario che potrebbe portare a squilibri dirompenti sul mercato nazionale e internazionale e in particolare al settore agro-zootecnico marchigiano. Proprio l’aumento esponenziale del costo delle materie prime e dei costi dell’energia necessari all’attività degli allevatori delle Marche rappresenta una delle criticità maggiori. Il rischio è di mettere in ginocchio tutto il settore che rappresenta una fetta importante dell’economia regionale.
La sofferenza
Il grido d’allarme lo lancia il presidente di Bovinmarche, Domenico Romanini: «Il comparto zootecnico - dichiara - è in forte sofferenza per via dell’aumento continuo dei prezzi delle materie prime.
Le altre criticità
Questa grave crisi si va ad innestare su altre criticità che da tempo affliggono il settore della carne. «C’è subito da sottolineare – continua il presidente Romanini – che le aziende agricole marchigiane sono perfettamente integrate nel territorio sul quale hanno un impatto ambientale pienamente sostenibile e, ancora di più, concorrono alla conservazione del bellissimo paesaggio rurale marchigiano. Sono allevamenti che producono alta qualità con metodi tradizionali, rispettando la dignità e il benessere degli animali e dell’ambiente in cui vivono. A questo - conclude Romanini - si aggiunge l’opinione diffusa che la carne faccia male e che sia una delle principali cause di malattie, ma sappiamo benissimo che alcuni aminoacidi essenziali per l’alimentazione umana possiamo ricavarli solo da fonti animali, a meno che non vogliamo davvero arrivare a produrre carne sintetica in laboratorio».
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Corriere Adriatico