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ANCONA - Nell’universo mela anche una piccola nicchia per le Marche. Perché le mele vanno sempre forte. In Europa più che in Italia. Per la stagione europea 2021/2022 si prevede infatti un raccolto di quasi 12 milioni di tonnellate (+10% sul 2020) ma in linea con la media dei tre anni precedenti. Aumenta la produzione in Germania, Ungheria, Spagna, Croazia e Portogallo. Perdono quote importanti la Slovenia e la Grecia. Per l’Italia si stima una produzione totale di 2.045.611 tonnellate, -4% sul 2020 mentre risale del 5% la produzione dell’Alto Adige ma torna sotto le 500mila tonnellate il Trentino e calano tutte le altre regioni a causa delle gelate primaverili.
Avanza il biologico
La produzione biologica nel nostro Paese è il 9,9% del totale: dato che porta l’Italia ancora una volta ad essere il primo produttore di mele biologiche in Europa. Per quanto riguarda le varietà la produzione è sempre alta per la Gala in Europa mentre la varietà principale, la Golden delicious, rimane stabile.
Le Marche delle mele
Nella nostra regione quasi 200 ettari certificati per la coltivazione delle mele con una produzione che si attesta oltre i 36mila quintali concentrati maggiormente nella parte sud. Diverse le qualità ma c’è anche una produzione tipica che continua a crescere con il passare degli anni. È la Mela Rosa dei Sibillini (Presidio Slow Food) anche se ci sono piccole coltivazioni come la mela Annurca delle Marche e ancora la Rosa di Montedinove. La Rosa dei Sibillini, nota anche come Mela Rosa marchigiana, appartiene alla varietà di mela domestica della famiglia delle Rosacee. È un prodotto ortofrutticolo italiano tipico della Comunità montana dei Sibillini e della Comunità montana del Tronto. Deve il suo nome alla colorazione delle striature rosso-vinose che si sovrappongono al verde intenso e soffuso del frutto ancora acerbo e al profumo di rosa che emanano le infiorescenze a mazzetti fiorali. Ai consumatori piace molto e la domanda è in crescita. iI mercati la stanno premiando.
I produttori
Ermes Stoppo ha l’azienda agricola lungo la Valdaso, in territorio del Comune di Montalto delle Marche. Produce mele Fuji, Pink lady e chiaramente la Mela Rosa dei Sibillini. «Da quest’anno - sottolinea Stoppo - anche un po’ di Modì. La raccolta è andata molto bene, nonostante la siccità. Comunque non è stato un vero problema avendo supplito con i nostri impianti di irrigazione. In 30 anni è cambiato tanto, il metodo di coltivazione è evoluto soprattutto per la battaglia agli insetti. I pesticidi sono il passato, anche se non facciamo biologico pieno. Dove vendo le mie mele? Nella zona di Ascoli - conclude Stocco - e un po’ anche nel Fermano». Azienda bio certificata è quella di Letizia Geminiani, sempre a Montalto delle Marche. Vigne e ulivi. Ma soprattutto Mela Rosa. La raccolta è in pieno svolgimento: 8.000 piante stanno regalando grandi soddisfazioni. «Una buona campagna - conferma Geminiani - anche perché il mio impianto è garantito dalla copertura antigrandine e antiinsetto. Stiamo ancora raccogliendo e facendo diversi mercati vediamo crescere, con soddisfazione, la richiesta di questa varietà che è il nostro orgoglio».
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Corriere Adriatico