Marche, laboratori analisi in agitazione Scattano due ricorsi al Tar contro la Regione

Marche, laboratori analisi in agitazione Scattano due ricorsi al Tar contro la Regione
ANCONA - La rottura fra i laboratori di analisi convenzionati e la Regione Marche arriva ora alle carte bollate. Sono infatti due i ricorsi che le associazioni dei camici bianchi...

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ANCONA - La rottura fra i laboratori di analisi convenzionati e la Regione Marche arriva ora alle carte bollate. Sono infatti due i ricorsi che le associazioni dei camici bianchi hanno depositato al Tar Marche nei giorni scorsi. Uno che contesta il “fabbisogno annuo” stabilito dal dirigente del servizio salute regionale Piero Ciccarelli per l’anno in corso, cioè il quantitativo di prestazioni sanitarie che i laboratori privati possono erogare ai pazienti; l’altro che contesta l’adozione del nuovo tariffario introdotto da gennaio. E' prevista, inoltre, un’ istanza volta a chiedere il riconoscimento delle prestazioni rese dai laboratori privati ai cittadini esenti che la Regione si ostina a rimborsare solo parzialmente.


Per il fabbisogno, Ciccarelli ha messo nero su bianco solo la quantità di 1 milioni e 380 mila prestazioni, contro gli oltre 3 milioni che invece, statistiche regionali alla mano, i laboratori analisi hanno erogato nel 2014 in regime convenzionato ai pazienti aventi diritto.

La questione, esplosa negli ultimi mesi, vede quindi la Regione erogare risorse sufficienti a meno della metà delle effettive prestazioni assicurate dai laboratori ai pazienti. Una situazione che ha ridotto le strutture sanitarie private al collasso, strozzate dall’aumento dei prezzi per i reagenti e dal maggior numero di servizi (più del 50%) effettuati per soddisfare le richieste dei pazienti esenti e mai compensati dalla Regione.


L’ultimo incontro fra le parti, avvenuto lo scorso 5 febbraio in sede di V Commissione Salute della Regione Marche, ha messo in evidenza sia le incongruenze della Regione che la chiusura del dirigente sanità a qualsiasi tipo di ragionevole trattativa. L’estenuante tentativo di dialogo dei laboratori (48 strutture disseminate sul territorio marchigiano e 300 dipendenti ad alta qualificazione assunti), aveva persino portato, nel settembre dello scorso anno, i sindacati delle strutture a promuovere un’inedita e plateale protesta, con i camici bianchi in sit-in davanti a Palazzo Raffaello Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico