ANCONA - La rottura fra i laboratori di analisi convenzionati e la Regione Marche arriva ora alle carte bollate. Sono infatti due i ricorsi che le associazioni dei camici bianchi...
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Per il fabbisogno, Ciccarelli ha messo nero su bianco solo la quantità di 1 milioni e 380 mila prestazioni, contro gli oltre 3 milioni che invece, statistiche regionali alla mano, i laboratori analisi hanno erogato nel 2014 in regime convenzionato ai pazienti aventi diritto.
La questione, esplosa negli ultimi mesi, vede quindi la Regione erogare risorse sufficienti a meno della metà delle effettive prestazioni assicurate dai laboratori ai pazienti. Una situazione che ha ridotto le strutture sanitarie private al collasso, strozzate dall’aumento dei prezzi per i reagenti e dal maggior numero di servizi (più del 50%) effettuati per soddisfare le richieste dei pazienti esenti e mai compensati dalla Regione.
L’ultimo incontro fra le parti, avvenuto lo scorso 5 febbraio in sede di V Commissione Salute della Regione Marche, ha messo in evidenza sia le incongruenze della Regione che la chiusura del dirigente sanità a qualsiasi tipo di ragionevole trattativa. L’estenuante tentativo di dialogo dei laboratori (48 strutture disseminate sul territorio marchigiano e 300 dipendenti ad alta qualificazione assunti), aveva persino portato, nel settembre dello scorso anno, i sindacati delle strutture a promuovere un’inedita e plateale protesta, con i camici bianchi in sit-in davanti a Palazzo Raffaello Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico