Carloni in corsa per la Camera: «Vado, Roma è il luogo delle scelte. Sarò l’ambasciatore delle Marche»

Ecco la linea di Carloni: «Porto a Roma concretezza, sarò l’ambasciatore del territorio»
ANCONA - «A Roma potrei essere la cerniera che unisce le esigenze del territorio con le azioni di governo che devono essere fatte». ...

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ANCONA - «A Roma potrei essere la cerniera che unisce le esigenze del territorio con le azioni di governo che devono essere fatte».


Mirco Carloni, candidato della Lega nel collegio uninominale Camera di Pesaro. Lei è assessore regionale allo sviluppo economico e all’agricoltura. Puntando sulla Capitale creerà un vuoto non indifferente a Palazzo Raffaello. Perché vuole lasciare la Regione per il Parlamento?
«In questi due anni di governo regionale ho capito che molte delle azioni che come assessore realizzavo poi diventavano reali a Roma, il luogo delle scelte. Avere quindi lì una persona che, come me, può essere un ambasciatore delle Marche, della nostra provincia, di questo bellissimo territorio, può essere solo un vantaggio per tutti». 

 
Acquaroli perde un pezzo da novanta però...
«La nostra Regione potrà tranne solo beneficio perché con molta probabilità ci saranno due governi, quello regionale e quello nazionale, allineanti con la stessa visione politica e strategica. E quei processi che ho avviato troverebbero più energia e linfa visto che conosco molto bene le necessità ed i bisogni del mio territorio».
A dire il vero dicono tutti così ma i parlamentari marchigiani finora non è che abbiano avuto un grandissimo peso a Roma. Lei pensa di invertire la rotta?
«L’esperienza di questi due anni di amministrazione regionale è un bagaglio importante da mettere a disposizione per poter ottenere quell’attenzione che la nostra terra da un po’ di tempo ha perduto. Ringrazio il commissario regionale della Lega Riccardo Marchetti per la fiducia che ha riposto in me e anche i vertici nazionali del partito per la grande opportunità che mi è stata concessa».
Carloni, su che cosa punterà nella sua eventuale attività di parlamentare?
«La capacità di accelerare, di ascoltare i bisogni, di dare risposte. La vera sfida è avere la capacità di trasformare la politica in una cosa concreta. Il politico si rende credibile se oltre alle parole arrivano i fatti».
Cosa lascia in eredità a chi occuperà il suo posto in giunta?
«Una Regione, guidata dal presidente Acquaroli, che è riuscita a dare un segnale forte di ripresa economica, capace di mettere sul tavolo una strategia, una visione lungimirante per i prossimi 20 anni. Lascerò uffici, dirigenti e funzionari che hanno dimostrato, lavorando insieme, di riuscire a portare a casa 12 leggi, grazie anche al contributo dei consiglieri regionali. Un lavoro che hanno permesso a questa Regione di mettere in campo azioni concrete a vantaggio dei marchigiani».
Il cortocircuito del Pd sul collegio di Pesaro l’ha favorita non poco: qual è l’avversario che teme di più?


«Rispetto per chi è stato candidato nel mio stesso collegio ma in questo momento il pensiero mio e della Lega è rivolto alle azioni da mettere in campo per favorire questo territorio, le Marche, l’Italia. Niente propaganda. Ci aspettano tempi duri e credo che in questo momento servano solo risposte. Non è più la fase della resilienza ma il momento della reazione. C’è stata una stagione politica dove si è pensato che tutti fossero uguali. Invece non è così. Competenza, concretezza e soprattutto l’esperienza sono caratteristiche essenziali per amministrare la cosa pubblica e la responsabilità è enorme. Io sono pronto».

 

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Corriere Adriatico