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ANCONA - Ben 150 cantieri già fermi ed il 60% di quelli avviati nelle Marche pronto a fare lo stesso nei prossimi giorni. Lo stop del settore edilizio, messo in ginocchio dai rincari stellari su materie prime, energia e rifornimenti - oltre che da una giungla normativa all’interno della quale diventa difficile districarsi –, rischia l’effetto tsunami su quell’accenno di ricostruzione post sisma che si era iniziato ad intravedere nel 2021. Il “cantiere più grande d’Europa” - così era stato definito il centro Italia all’indomani delle scosse devastanti del 2016/2017 – ora potrebbe restare al palo per la tempesta perfetta che si è abbattuta sulla filiera delle costruzioni.
Il comparto
Ma il problema riguarda l’intero comparto del mattone (non solo il segmento impegnato a ridare vita ai borghi sfregiati dal terremoto) che ormai da mesi chiede un intervento del governo.
La frenata
La brusca frenata del new deal del mattone, tuttavia, valica i confini del cratere ed impatta su tutta la regione. Ad aggravare il quadro, c’è la guerra in Ucraina, una tragedia umanitaria che ha contraccolpi anche sull’economia «perché, oltre all’aumento dei costi – sottolinea Violoni –, comporta una carenza di materiali che ci occorrono per portare avanti gli interventi, sia sul sisma che per i bonus. Auspichiamo dunque che il governo prenda delle decisioni in merito, prorogando le scadenze». Nel giro di pochi mesi, gli edili hanno potuto toccare con mano l’impennata dei costi su praticamente tutto ciò che è necessario per mandare avanti un cantiere: «+500-600% di energia; +200% di ferro e acciaio da costruzione; +30% di calcestruzzi. In media, un aumento del 70-80%». Alla protesta di Ance fa eco quella di Aniem-Confapi Marche che, per voce del suo presidente Roberto Torretti, invoca lo stop dei cantieri: «Le insufficienti misure del governo per far fronte alle molte problematiche che afferiscono il comparto dell’edilizia, dal caro energia al caro gasolio, alla difficile reperibilità dei materiali di costruzione ci ha convinto a chiedere il blocco dei cantieri. Le nostre richieste riguardano l’adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e meccanismi efficaci di compensazione degli aumenti subiti».
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Corriere Adriatico