Tsunami sulla ricostruzione, i rincari bloccano i cantieri. Stop al 60% delle opere edili. Oggi incontro con Legnini. Ecco l'obiettivo

Violoni, presidente Ance: «Stiamo lavorando in deficit, il nostro appello inascoltato»

Tsunami sulla ricostruzione, i rincari bloccano i cantieri. Stop al 60% delle opere edili. Oggi incontro con Legnini. Ecco l'obiettivo
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 15:05

ANCONA - Ben 150 cantieri già fermi ed il 60% di quelli avviati nelle Marche pronto a fare lo stesso nei prossimi giorni. Lo stop del settore edilizio, messo in ginocchio dai rincari stellari su materie prime, energia e rifornimenti - oltre che da una giungla normativa all’interno della quale diventa difficile districarsi –, rischia l’effetto tsunami su quell’accenno di ricostruzione post sisma che si era iniziato ad intravedere nel 2021. Il “cantiere più grande d’Europa” - così era stato definito il centro Italia all’indomani delle scosse devastanti del 2016/2017 – ora potrebbe restare al palo per la tempesta perfetta che si è abbattuta sulla filiera delle costruzioni.

 
Il comparto
Ma il problema riguarda l’intero comparto del mattone (non solo il segmento impegnato a ridare vita ai borghi sfregiati dal terremoto) che ormai da mesi chiede un intervento del governo.

A tracciare il quadro a tinte molto scure è l’Ance Marche, che ha dato il via a questa protesta: «la settimana scorsa – spiega il presidente regionale Stefano Violoni, affiancato dai cinque presidenti provinciali – abbiamo deciso di avviare il blocco dei cantieri. Una presa di posizione che parte dalle Marche e che arriva dopo un mese in cui nulla è stato fatto riguardo al nostro grido d’allarme: vuoi per il caro materiali, vuoi per il caro energie, il settore sta soffrendo e soffre anche per la difficoltà nel reperire materiali. Gli utili sono scomparsi, stiamo lavorando in deficit». Le criticità maggiori, come ovvio che sia, si registrano nell’area del cratere sismico, «dove ci sono problemi ancor più gravi perché abbiamo dei prezzari obsoleti, che risalgono al 2016 e rivisti nel 2018. Aspettiamo da un anno la revisione prezzi che il commissario Giovanni Legnini ci aveva garantito». E proprio per oggi è in programma un incontro durante il quale l’associazione sottoporrà al commissario un documento con i nodi da sciogliere e le potenziali soluzioni. Una partita che le Marche non possono permettersi di perdere, quella della ricostruzione: secondo le stime comunicate da Ance, la spesa necessaria per le riparazioni degli immobili lesionati dalle scosse ammonta a 17.6 miliardi, di cui quasi 13 miliardi per la ricostruzione privata, 4,09 per quella pubblica, 527 milioni per chiese ed edifici di culto. 


La frenata 
La brusca frenata del new deal del mattone, tuttavia, valica i confini del cratere ed impatta su tutta la regione. Ad aggravare il quadro, c’è la guerra in Ucraina, una tragedia umanitaria che ha contraccolpi anche sull’economia «perché, oltre all’aumento dei costi – sottolinea Violoni –, comporta una carenza di materiali che ci occorrono per portare avanti gli interventi, sia sul sisma che per i bonus. Auspichiamo dunque che il governo prenda delle decisioni in merito, prorogando le scadenze». Nel giro di pochi mesi, gli edili hanno potuto toccare con mano l’impennata dei costi su praticamente tutto ciò che è necessario per mandare avanti un cantiere: «+500-600% di energia; +200% di ferro e acciaio da costruzione; +30% di calcestruzzi. In media, un aumento del 70-80%». Alla protesta di Ance fa eco quella di Aniem-Confapi Marche che, per voce del suo presidente Roberto Torretti, invoca lo stop dei cantieri: «Le insufficienti misure del governo per far fronte alle molte problematiche che afferiscono il comparto dell’edilizia, dal caro energia al caro gasolio, alla difficile reperibilità dei materiali di costruzione ci ha convinto a chiedere il blocco dei cantieri. Le nostre richieste riguardano l’adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e meccanismi efficaci di compensazione degli aumenti subiti».

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